Roma, liceo Mozart: stop ai vestiti "inopportuni" a scuola. Il preside: «Mercificazione corpi inutile business social media»

Rusconi è d'accordo. Ai ragazzi pieni di peli sulle gambe chiedo: "Scusa che cabina hai? Stai andando a Ostia?".

Roma, il divieto a scuola: «Stop alle magliette corte, obbligatorio abbigliamento adeguato»
di Raffaella Troili
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Sabato 27 Maggio 2023, 12:41 - Ultimo aggiornamento: 14:26

ROMA Il caldo è tra noi, l'estate alle porte e anche i ragazzi si svestono. A volte troppo. E le scuole invitano a un "dress code" adeguato. Da qui la circolare del dirigente scolastico dell'istituto comprensivo "W.A. Mozart", di viale di Castel Porziano, quartiere Infernetto che vieta «pantaloncini troppo corti, canottiere e magliette troppo corte, capi di abbigliamento eccessivi e inopportuni».

Il provvedimento è rivolto a studenti di elementari e medie e non solo. «Si invitano tutti gli studenti, i docenti e i membri del personale scolastico - continua la circolare - a evitare abiti non appropriati a un contesto di esperienza formativa ed educazione all'armonia e alla cittadinanza quale ci pregiamo di essere». Giovanni Cogliandro, capo dell'istituto, spiega che la richiesta di un intervento gli è arrivata per la prima volta quest'anno da alcune docenti. «Vedo che si parla tanto di sessismo e violenza crescente a scuola. Essendo filosofo di formazione, vado alle cause, uso lo scire per causas di Aristotele. Ebbene, le cause possono esser rappresentate dall'ignorare la sensibilità di alcuni».

E allora «per il rispetto dovuto alla sensibilità dei componenti della Comunità scolastica e dell'Istituzione scolastica come contesto di crescita inclusiva e interculturale, luogo di apprendimento sereno e non sottomesso alle tendenze effimere dettate dal consumismo, è obbligatorio indossare un abbigliamento adeguato».

Specie alle medie, il periodo è delicato: in classe si ritrovano studenti in pieno sviluppo, altri meno. «Questi ragazzi creano squilibrio tra i più "cresciutelli" e gli altri. Ma sono ancora bambini in corpi più alti di me, c'è un'asimmetria tra una fisicità ostentata e la mente di un ragazzino. Questo esibizionismo, a volte incentivato dai genitori, è solo un business, è mercificare i propri corpi con l'ausilio dei social media. Non voglio essere sessista, neanche moralista, la mia è un'attenzione alla sensibilità degli altri, anche il personale deve avere un abbigliamento consono. E so che le famiglie hanno apprezzato». La circolare specifica: «docenti e personale provvederanno a richiamare gli studenti e i colleghi al rispetto di quanto il comune buon senso dovrebbe di per sè suggerire e a informare di condotte inopportune». Un monito, non sono previste sospensioni o voti in condotta. «Ho pesato bene le parole, la circolare non è sessista, ho evitato qualsiasi riferimento alla minigonna perché sembrava discriminatorio. Tutti abbiamo problemi con il nostro corpo, ma non è esibendo che ci si mostra più sicuri».

DECINE DI CASI

La circolare arriva all'indomani dell'ennesimo richiamo della dirigente del magistrale "Siciliani" di Lecce, Vittoria Italiano a «un abbigliamento adeguato». Per essere più chiara aggiunge: «evitare abiti che evochino tenute balneari o vestiario da discoteca». Lo scorso anno aveva suscitato polemiche il caso dell'istituto "Lucrezia Della Valle" a Cosenza: qui la vicepreside aveva rimproverato alcuni studenti riparando i loro jeans strappati con lo scotch. Anche a Bolzano una preside aveva chiesto: «evitate magliette che lascino la pancia completamente nuda». Ma loro il giorno dopo si erano presentati con gli abiti più ristretti che avevano. Episodi analoghi sono avvenuti a Bari, a Pozzuoli, anche qui un docente del liceo Majorana avrebbe tappato con il nastro adesivo i jeans strappati di due alunni. Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi Roma, non si meraviglia.

«Il fenomeno è particolarmente evidente nelle medie e superiori. E da anni le scuole diramano una sorta di regolamento sull'abbigliamento che sia consono all'ambiente in cui si trovano i ragazzi. La stessa Dacia Maraini che non mi sembra una reazionaria invitata nella mia scuola, lo scientifico Pio IX all'Aventino, ha detto "la scuola è un luogo sacro che va trattato con sacralità", un luogo in cui si forma la cultura dei giovani e la coscienza civile, non può esser trattata come spiaggia per nudisti».

La maggior parte delle scuole non prevedono punizioni, «si cerca di ricorrere sempre alla persuasione: se i ragazzi vengono coinvolti, comprendono benissimo. Io ho sempre usato l'ironia: quando comincia l'estate mi metto all'ingresso e se vedo ragazzi con maglie corte faccio la battuta "dite a mamma di cambiare detersivo...". Ai ragazzi pieni di peli sulle gambe chiedo: "Scusa che cabina hai? Stai andando a Ostia?". In base all'ambiente in cui ti trovi devi saperti modulare». In questi giorni molti si stanno preparando per la Maturità: «Mi raccomando ragazzi a come vi vestite, una polo, una camicia bianca. L'abito fa il monaco, è un dato di fatto non un'osservazione oscurantista. I ragazzi sono ingenui, io amo la scuola per questo. Il nostro compito, la famiglia spesso non lo fa, è indicare situazioni che non li mettano in difficoltà».

 

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