Alessandro Michele disegna per Gucci
una collezione radical chic

La sfilata di Alessandro Michele per Gucci
2 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Marzo 2015, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 00:25
​MILANO - Da Anna Dello Russo a Diane Pernet, tutto il mondo della moda (almeno di quella che conta davvero), ha dato la propria benedizione alla nuova immagine di Gucci. Alessandro Michele, il nuovo direttore creativo della maison, ha scelto per sé l’immagine di professore della moda, mandando in passerella, o per meglio dire in metropolitana, una collezione da navigato radical chic. Il confronto con Frida Giannini e il suo stile vintage/glamor non è neppure pensabile; tutto è misuratamente dimesso, apparentemente disordinato, intellettualmente trascurato.



La nuova donna di Gucci non porta scarpe con il tacco, non si trucca da diva, non si cura di andar per strada con le pantofole da camera in pelliccia arruffata, a volte si veste talmente di fretta da indossare il completo un po’ maschile della madre (che probabilmente è un’insegnante di filosofia che “ha fatto il ’68”) e altre si butta addosso il primo velo di pizzo trasparente che trova in stanza ed esce così, nuda.



Del resto la donna di Gucci è un androgino e, come si usava nella statuaria antica e come ancora vuole la tradizione, l’androgino deve mostrarsi per dar testimonianza della propria natura aliena. Non che manchino le preziosità: ci sono gonne in plissé di tulle laccato in capo, di lamé verde brillante, di chiffon, ci sono il visone e la pelliccia stampata, c’è il cappotto cammello e i fili d’oro e d’argento per le applicazioni a toppa.



«Si è davvero contemporanei quando non si coincide con il proprio tempo, quando si è intempestivi», afferma Michele citando Roland Barthes (e forse riferendosi alla sua stessa, inaspettata, nomina?). Il banco di prova, più che le belle parole spese dalla stampa di mezzo mondo, sarà, come sempre, la tanto volgare e mai citata vendita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA