Ci sono volute ore per estrarre dall'abitacolo, ridotto ad un ammasso di lamiere, il corpo del giovanissimo Alessandro Muscedere. Aveva perso uno zio tanti anni fa, deceduto sulla stessa superstrada, questa volta nel versante abruzzese, ed un altro zio pochi anni fa a seguito di un gesto estremo.
Una famiglia già provata da dolori fortissimi. Nella notte, dopo che i vigili del fuoco del distaccamento di Sora sono riusciti ad estrarlo dall'abitacolo le operazioni di riconoscimento sono andate avanti per diverso tempo perché non si trovavano i suoi documenti. È stato proprio attraverso il veicolo che si è risaliti alla sua identità. Uno strazio. Da piccolo aveva avuto un altro grave incidente cadendo da una altezza molto grande e si era salvato per miracolo. L'altra notte è deceduto sul colpo. Lavorava per la Fontechiari tour, una ditta di famiglia, che si occupa di trasporti privati. Era proprio su uno dei mezzi dell'azienda del padre.«È un giorno molto triste per Fontechiari. Siamo particolarmente vicini alle famiglie delle vittime, alle quali desideriamo far giungere il nostro cordoglio e la nostra solidarietà in un momento di così grande sofferenza. Siamo certi di interpretare l'emozione di tutti i fontechiaresi che in queste ore si immedesimano nella loro drammatica vicenda e nel loro dolore», si legge sulla pagina del Comune.
Ed ancora una volta sulla "superstrada della morte".
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