Pio XII, le carte degli archivi vaticani smontano la leggenda nera dei silenzi e spunta un vescovo antisemita candidato alla beatificazione

Papa Pio XII
di Franca Giansoldati
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Martedì 13 Febbraio 2024, 13:04

L'apertura degli archivi vaticani su Pio XII (1939-1958) sta aiutando gli storici ad avere una visione complessiva e più veritiera di quel pontificato. Per esempio fa capire come i vari governi reagirono alla decisione di Hitler di procedere alla soluzione finale dopo la Conferenza di Wannsee. Le cancellerie non diedero subito credito alle denunce di molti rabbini (non potendo verificare le informazioni) mentre Pacelli aveva già attivato una rete per aiutare gli ebrei.

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Il testo della Dichiarazione dei crimini di guerra tedeschi in Polonia, firmata da Usa e Gran Bretagna, del 30 agosto 1943, per esempio, non menzionava affatto le camere a gas solo perché quel dato non poteva essere provato. «Tutto questo emerge dalle carte ma non per questo furono mai accusati di silenzio di fronte alle camere a gas, come, invece, accadde per Pacelli nel dopoguerra» annota lo storico Matteo Luigi Napolitano, autore de Il Secolo di Pio XII (Luni Editrice, 624 pagine, 26 euro), un libro che scioglie tanti nodi e spazza via la leggenda nera dei silenzi del Pontefice. Si tratta di un affresco impressionante che parte dalla presunta trattativa politica segreta tra Pio XII e Hitler «che non è mai esistita».

LE MINUTE

La riprova è contenuta nelle minute che definiscono un «fallimento di successo» la visita del ministro degli esteri nazista von Rippentrop in Vaticano. Oppure il capitolo sul «razzismo in Croazia» ed il ruolo svolto dall'allora vescovo Stepinac, poi cardinale. Fu lui uno dei principali contatti tra il Gran Rabbinato croato e il Vaticano per salvare migliaia di vite umane.
Nelle pagine del volume esce però anche un altro aspetto riguardante l'antisemitismo della Chiesa dell'epoca.

Emblematica la vicenda di Jan Vojtassak, vescovo slovacco morto negli anni sessanta e perseguitato dal comunismo che il Vaticano vorrebbe farlo santo: la causa di beatificazione aperta nel 2003 ancora oggi giace in attesa di decisioni superiori alla Congregazione dei Santi. Finora nessuno l'ha fatta decadere per indegnità. Napolitano ha accertato che nel 1942 Vojtassak non mosse un dito davanti alla decisione del Consiglio di Stato (di cui faceva parte) di deportare ad Auschwitz migliaia di ebrei.

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DOCUMENTO

In un appunto di monsignor Tardini diretto a Pio XII si legge: «Mi e stato riferito che, durante la seduta, in cui venne discussa la deportazione degli ebrei, Vojtassak, invece di insorgere contro l'inumano progetto, avrebbe tenuto un atteggiamento passivo. In seguito, parlando con un altro vescovo, avrebbe lasciato capire che, secondo la sua opinione, sarebbe stato meglio che l'autorita ecclesiastica rimanesse al di fuori, che non creasse ostacoli al Governo, che gli ebrei sono i peggiori nemici della Slovacchia».

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