Festival di Spoleto, voci dal carcere
In scena la quotidianità della reclusione

Festival di Spoleto, voci dal carcere In scena la quotidianità della reclusione
di Ma.Sto.
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Mercoledì 10 Luglio 2013, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 11:54

Uno spettacolo scritto e interpretato dagli allievi detenuti dell’Istituto d’Arte di sezione carceraria. Nella casa di reclusione di Maiano di Spoleto, venerd alle 15.30, si tiene la seconda e ultima rappresentazione della pièce diretta da Giorgio Flamini, Affettività patetiche – cattività affettiva. Da una cella trasparente riprodotta a dimensioni reali, gli interpreti lanciano frammenti di pensieri, paure, desideri, disagi. «Non è uno spettacolo verità – spiega il dirigente scolastico, Roberta Galassi - né un documentario. È un tentativo di mettere in scena quelle voci di dentro che sono negli oggetti, nei gesti quotidiani, negli spazi significativi e nei ritmi che scandiscono il tempo della detenzione».

Con strumenti vari, dal rap al monologo intimista umoristico e autoironico, gli studenti delle tre classi dell’Istituto accedono ad una profondità scomoda che, attraverso la parola teatrale, si esprime e si libera. «Affettività patetiche – aggiunge la Galassi – è per molti versi in-sostenibile, come può esserlo una verità che si vorrebbe celata o rimossa». Con la partecipazione straordinaria di Virginia Virilli.

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