Festival dei Due Mondi, l'AI crea opere d'arte: Maria Teresa Venturini Fendi presenta l'installazione digitale di Gabriele Gianni

Nello spazio rinascimentale dell’ex Battistero della Manna d’Oro

Festival dei Due Mondi, l'AI crea opere d'arte: Maria Teresa Venturini Fendi presenta l'installazione digitale di Gabriele Gianni
di Simona Antonucci
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Giugno 2023, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 07:18

«Le nicchie vuote dell’antico Battistero ritrovano le loro statue e l’edificio secolare riscopre il suo suono, grazie a un dialogo fertilissimo con l’Intelligenza Artificiale».

Maria Teresa Venturini Fendi, presidente della Fondazione Carla Fendi, presenta la creazione che accompagnerà il Festival dei Due Mondi, a Spoleto, fino al 9 luglio: “Tutto è numero”. Nello spazio rinascimentale dell’ex Battistero della Manna d’Oro, “aumentato” dall’AI, una figura digitale di pietra intraprende un cammino che potrebbe portare ovunque. Innumerevoli statue tra un oceano di dati colmano il vuoto delle antiche absidi, mentre una musica distante genera se stessa all’infinito. Si tratta dell’installazione di Gabriele Gianni, sulla relazione profonda tra numero e gesto artistico, realizzata attraverso gli strumenti della AI, dove l’atto di creare è messo in discussione dalle nuove tecnologie e dall’immensità dei dati che sono stati prodotti digitalmente.

LA SCIENZA

 «Una conversazione razionale e filosofica che indaga la matematica e le potenzialità degli algoritmi», aggiunge Venturini Fendi che, alla scomparsa di Carla Fendi nel 2017, per sua diretta volontà, ha ereditato la presidenza della Fondazione indirizzando le attività anche verso la scienza, intesa come intuizione creativa e forma d’arte. «Mi piace muovermi in questo mondo che non è il mio anche per cercare di capire che cosa succederà. Aprendo un dibattito su quanto e come l’artista interagisca con l’AI. Siamo noi, con la nostra memoria, a creare le basi dell’opera? O l’intelligenza artificiale è più autonoma di quanto si possa immaginare? Gli artisti troveranno il loro modo di convivere con le nuove tecnologie? O potremmo diventare tutti artisti interrogando l’applicazione? Se chiedo un disegno di Leonardo, o un brano dei Pink Floyd, che cosa succede?», continua la presidente illustrando il nuovo percorso ideato per il Festival. «Ci muoviamo su un doppio binario: ricerca e nuove forme d’arte. Per noi», dice, «non sono universi separati. Entrambi producono realtà che non esistevano prima. La tecnologia interagisce concretamente con la nostra vita, così come l’arte si nutre di scienza.

Pensiamo al dialogo tra matematica e musica. O tra biologia, chimica e moda, sempre più sensibile agli studi su nuovi tessuti ecologici, sostenibili». Ed ecco quindi andare “in scena” per tutta la durata del festival, una nuova forma di scrittura, in cui le parole prevedono sé stesse, l’immaginazione diviene immediatamente immagine e il suono può generarsi senza fine attraverso pattern che si possono solo intuire. Un progetto interdisciplinare che esplora il legame tra musica e matematica sino all’arte computazionale generativa attraverso i processi di Machine Learning, facendo riflettere su ciò che l’essere umano è e sarà capace di creare.

L’ANNIVERSARIO

 Il programma della Fondazione, che quest’anno celebra i 15 anni di attività, si articola in due momenti, l’installazione e gli incontri, coordinati da Quirino Conti, sul tema “Tutto è numero - Artificial creation, l’atto di creare dal nulla al tempo dell’Intelligenza Artificiale”. Tra gli ospiti il matematico Paolo Zellini e la presidente dell’associazione mondiale sulla ricerca in AI Francesca Rossi che parleranno della matematica come fonte di creatività e di etica dell’Intelligenza Artificiale. Un viaggio tra numeri e algoritmi, con lo storico della musica Sandro Cappelletto che si soffermerà sulla derivazione musicale affidandola alla performance di un pianista. «L’Intelligenza Artificiale», aggiunge Venturini Fendi, «ci proietta in un momento esaltante e inquietante insieme, una quarta rivoluzione industriale di cui non conosciamo ancora l’evoluzione». Un impegno costante della Fondazione che culmina domenica 9 luglio, sul palcoscenico del Concerto finale del Festival con la consegna del Premio Carla Fendi S.T.E.M. 2023, alla sua tredicesima edizione: a riceverlo l’astronauta Andrea Patassa, che è nato e ha studiato a Spoleto, «selezionato tra più di 22.000 aspiranti di tutto il mondo, come riserva dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Giovanissimo, Patassa rappresenta un orgoglio per tutti noi». A consegnare l’onorificenza (che in precedenti edizioni è stata assegnata anche agli scienziati Fabiola Gianotti e ai Nobel Peter Higgs e François Englert), il maestro Antonio Pappano alla presenza della direttrice artistica dei Due Mondi Monique Veaute e di Maria Teresa Venturini Fendi che ricorderà anche la nascita, 15 anni fa, della Fondazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA