Millepied, il coreografo del film “Il cigno nero” sceglie Spoleto per tornare a danzare: «Un passo a due con un pianista»

Dopo più di 10 anni, il coreografo Millepied, marito di Natalie Portman, torna a ballare, domenica 25 al Festival dei Due Mondi: il pianista Tharaud sperava di diventare ballerino e io ho sempre sognato la musica. Faremo danza da ascoltare

Benjamin Millepied in scena con il pianista Alexandre Tharaud
di Simona Antonucci
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Domenica 25 Giugno 2023, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 18:40

Lui, Benjamin Millepied, coreografo cult della scena internazionale (lavorò accanto al regista Aronofsky nel film “Il cigno nero”,  con Natalie Portman che poi divenne sua moglie) è arrivato alla danza «perché ho sempre sognato la musica». L’altro, Alexandre Tharaud esponente di spicco del pianismo francese e del mondo, da ragazzo sperava invece di fare il ballerino «ma non ero dotato e sono felice di aver scelto di essere un musicista altrimenti alla mia età sarei già in pensione».

NEW YORK CITY BALLET

Dopo essersi rincorsi per anni con progetti sognati (e molti mai realizzati), i due artisti francesi si sono ritrovati al teatro Romano di Spoleto per l’appuntamento che chiude il primo week end del Festival dei Due Mondi. Questa sera, domenica 25, presentano “Unstill Life”, un duo «dove c’è qualcosa di danzato nel modo in cui Tharaud muove le mani sulla tastiera e il movimento in scena è ispirato dai brani, che abbiamo scelto insieme», spiega Millepied, nato a Bordeaux e cresciuto in Senegal, primo ballerino del New York City Ballet e poi direttore del balletto dell’Opéra di Parigi.

IL MATRIMONIO CON NATALIE PORTMANJ

Interprete di molte creazioni di Jerome Robbins, autore di titoli per la sua personale compagnia che si chiamava, non a caso, Danses Concertantes, regista cinematografico, Millepied torna a danzare dopo più di 10 anni in uno spettacolo che parla d’amicizia: in scena scorrono momenti di una relazione d’arte fatta di gesti, di sorrisi, di contatto fisico e spirituale, tra ricongiungimenti e separazione, tra «condivisione e individualità, Parigi, malinconia, romanticismo con le note di Schubert e atti liberatori accompagnati da Beethoven». Un progetto che vede i due interpreti scambiarsi i ruoli, rimettendo a posto i sogni del passato. «Ho chiamato Alexandre e gli ho spiegato che volevo tornare a danzare. Accompagnato dal suo piano. A patto, però, che lui stesse sul palco con me. Abbiamo sensibilità parallele». Ed entrambi condividono una “vita in perenne movimento”, come recita il titolo. Millepied vive tra Parigi e Los Angeles e molti dei suoi traslochi intercontinentali sono legati, così si mormora, alle vicende matrimoniali, piuttosto movimentate, con la diva di Hollywood, da cui ha avuto due figli. 

ROMEO E GIULIETTA

 «In fondo anche il lavoro del pianista è molto fisico», aggiunge Tharaud, «dobbiamo curare la postura, la respirazione, l’allenamento della schiena e delle braccia e imparare a dominare lo stress da prestazione, ma anche da fuso orario, aerei, alberghi, appunto, sempre in movimento». Ma nella danza, aggiunge Millepied «il rapporto con il corpo è violento.

I ballerini si ritrovano, sin da piccoli, soli, senza genitori e senza supporto psicologico, in compagnie lontane da casa, strutturate in modo gerarchico. Per emergere ci si fa male e si fa del male, senza rendersene conto. Quando ero a Parigi ai miei ragazzi ripetevo: siete qui perché vi ho scelto, tranquilli, vi amo tutti».

GLENN GOULD

Dopo il suo poetico Romeo e Giulietta, Millepied torna a ballare in un solo che diventa un duetto tra le note di Rameau, Beethoven passando da Bach e Schubert. In scena anche un nostalgico 33 giri: proiettato in video, il disco gigante rimanda le note di una suite di Bach interpretata dal leggendario Glenn Gould. «Benjamin ci teneva moltissimo a danzare questo brano che però non è al momento nel mio repertorio», spiega Tharaud, «e così abbiamo deciso di rendere omaggio ai vinili della nostra infanzia». «La nostra amicizia è nata grazie a un disco», dice Millepied, «a una sua registrazione di musiche di Rameau che mi colpì molto». Una riflessione sul tempo e sul ruolo dell’interprete, con un pizzico di ironia, come quando segnala a Tharaud che non riesce più a tenere il passo... Scorrono le immagini in bianco e nero, a raccontare il loro incontro in stile Chaplin, le riprese video dal vivo, per uno spettacolo «da vedere e da ascoltare», conclude Millepied.

IL CARTELLONE

Il cartellone della sezione Danza prosegue con la nuova creazione di Sharon Eyal: Into the Hairy (30 giugno–3 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), con la musica elettronica di Koreless e i costumi di Maria Grazia Chiuri per Dior Couture. Il rapporto tra umano e animale è al centro del nuovo lavoro di Fernando Montaño (2 luglio, Teatro Romano), ballerino colombiano ed ex solista del Royal Ballet, creatore di uno stile che fonde tango, folklore africano, danza classica e danze urbane. È atteso il ritorno del formidabile duo di danzatori portoghesi Jonas&Lander con tre spettacoli a San Simone e al Complesso monumentale di San Nicolò: Lento e Largo (6 luglio), Cascas d’OvO (7 e 9 luglio), Bate Fado (8 luglio). Anche il coreografo tedesco Marco Goecke, acclamato tra le scoperte del XXI secolo, porta a Spoleto in residenza tre lavori che ne riassumono lo stile (7–8 luglio, Teatro Romano): In Tué, Midnight Raga e Whiteout. Per chiudere con M, il nuovo lavoro della coreografa canadese Marie Chouinard presentato in prima nazionale (8–9 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti). A grande richiesta il Festival dei Due Mondi riporta in scena il grande ballo virtuale di Blanca Li Le Bal de Paris (28 giugno–2 luglio, 4–9 luglio), dopo il successo della scorsa edizione.

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