Tris d'assi Balthus
Affari e tragedie

Balthus
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Venerdì 20 Dicembre 2013, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 17:13
​Negli anni Quaranta Alberto Moravia collabor al Messaggero dove, tra l’altro, anticip alcuni racconti che poi finirono nei “ Sogni del pigro”. Scrisse ancora in particolari circostanze come la riedizione dei “Racconti romani”, la versione televisiva de “La Romana”, la mostra di Van Gogh. In questa occasione lo affiancò sul Messaggero anche un commento del pittore francese Balthus.



Avrei voluto pensare un po’ più a Van Gogh, nel centenario della morte del grande artista olandese, ma proprio in questi giorni, dopo i disturbi alla vista che mi hanno afflitto per qualche tempo, ho ripreso a dipingere. Un amico mi sta preparando il fondo di un nuovo quadro.



Io ho visto per la prima volta i quadri di Van Gogh quand’ero bambino, a Parigi. Van Gogh è un genio che mi è un po’ estraneo. È un gigante malato, ma un gigante.



Qualche anno fa ho visto i famosi ultimi quadri, e non capisco perché, dopo aver dipinto dei quadri così belli e quasi lieti, si sia ucciso. E’ strano.

Io trovo quasi lieto anche il “Campo di grano con corvi”, che gli altri considerano invece terribile. I suoi ritratti sono quasi tutti meravigliosi. Ma Van Gogh va giudicato nel suo insieme, non per questo o quel dipinto.



È molto forte in Van Gogh l’influenza della pittura giapponese. Anch’io ho fatto dei quadri un po’ giapponesi, ma i miei sono più vicini alla pittura senese che a quella giapponese.



È triste quello che accade oggi intorno a Van Gogh. È triste che la tragedia personale di Van Gogh sia diventata...



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