L'Italia e la televisione
Compiere 60 anni senza invecchiare

Il Rischiatutto con Mike Bongiorno e Sabina Ciuffini
di Ugo Volli
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Lunedì 30 Dicembre 2013, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 17:57
La televisione italiana nasce a Milano il 3 gennaio 1954 alle 14,30 negli studi della Rai. La prima trasmissione è “Arrivi e partenze”, rubrica settimanale di interviste a note personalità condotta da Armando Pizzo e Mike Bongiorno. In quella prima giornata, segue la musica leggera di “Orchestra delle 15”, una cronaca sportiva, un documentario su Tiepolo, il telegiornale, una commedia di Goldoni.



Gli abbonati sono 24 mila, diventeranno quasi 90 mila alla fine dell’anno, e pagano 18 mila lire (230 euro attuali). Un televisore costa 250 mila lire, equivalenti oggi a 3250 euro, quando lo stipendio di un impiegato è di 40 mila lire e una Fiat 600 costa 390 mila.



Nonostante tali costi decisamente alti, la televisione si impone rapidamente: la si guarda prima nei cinema e nei teatri, poi nei bar e nei circoli, entra gradualmente nelle case borghesi. Trasmissioni come “Lascia o raddoppia” o “Il musichiere” diventano immensamente popolari. I primi varietà, come “Un, due, tre” e “Canzonissima”, sceneggiati come “Piccole donne”, trasmissioni informative come “L’amico degli animali”, grandi eventi come...



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