Pontecorvo, ricorso contro l'antenna. il Tar boccia il Comune: «Pressioni dei cittadini basate su pregiudizi»

Accolto il ricorso di una società, il sindaco su delega, all'unanimità, dell'assise civica aveva emesso ordinanza per il blocco dei lavori

L'antenna installata nella zona del rione Pastine a Pontecorvo
di Vincenzo Caramadre
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Domenica 2 Luglio 2023, 09:01

Atti nulli e Comune condannato a pagare le spese legali. L'antenna di telefonia mobile in via La Libera, nel rione Pastine, si farà. Il tar del Lazio, sezione di Latina, ha accolto il ricorso di Infrastrutture Wireless Italiane S.p.A. (Inwit S.p.a.) con il quale sono stati impugnate gli atti predisposti dall'amministrazione comunale, nello specifico l'ordinanza sindacale del 30.3.2023 e la delibera di Consiglio della Città di Pontecorvo. Sull'installazione dell'impianto di telefonia mobile in via La Libera c'era stato a marzo scorso un consiglio comunale straordinario e aperto. All'unanimità era stato dato mandato al primo cittadino Rotondo di adottare un'ordinanza urgente con la quale furono bloccati i lavori avviati sulla scorta di un silenzio assenso degli uffici preposti. Il Tar in buona sostanza sostiene che gli atti adottati non hanno copertura normativa.

"A prescindere dalla formazione o meno del silenzio assenso - si legge nella sentenza - il provvedimento del sindaco impugnato in questa sede e la delibera del consiglio comunale sono chiaramente prive dei presupposti richiesti dalle norme di riferimento per l’adozione di ordinanze contingibili e urgenti.

A parte che nemmeno risulta perfettamente chiaro quale sia il potere utilizzato (dato che il provvedimento sindacale richiama sia il potere di ordinanza in materia di igiene e sanità pubblica che il potere di ordinanza in materia di incolumità pubblica e sicurezza urbana facendo alternativamente riferimento sia a pericoli per la salute dei cittadini che al rischio di disordini per l’ordine pubblico), si osserva che è abbastanza evidente come nella fattispecie difetti il fondamentale presupposto del potere di ordinanza, cioè una situazione di emergenza (sanitaria o di ordine pubblico etc.) non fronteggiabile con gli ordinari strumenti previsti dall’ordinamento".

IL PRESUPPOSTO 

Per i giudici del Tar manca il presupposto del pericolo. "Nel caso all’esame non sussiste o comunque non è stata dimostrata la sussistenza di una situazione di pericolo per l’ordine pubblico (non essendo sufficiente allo scopo una manifestazione di cittadini contro l’installazione di un’infrastruttura per telecomunicazioni che non risulta aver dato luogo ad alcun problema di sicurezza); nello stesso tempo è più che evidente l’assenza di un pregiudizio per la salute dato che l’impianto ha ricevuto il parere favorevole dell’A.R.P.A., unico ente competente in materia, non è contestato che rispetti la normativa vigente in materia di emissione di onde elettromagnetiche e, in definitiva, non risulti diverso dalle centinaia di simili impianti installati in tutto il paese e necessari per l’utilizzazione degli apparati di telecomunicazione (anche da parte dei cittadini di Pontecorvo); in ogni caso non risulta che sia stata eseguita alcuna istruttoria volta a dimostrare un reale pericolo per la salute (e quindi a smentire il parere dell’A.R.P.A.) per cui in definitiva l’intervento dell’amministrazione appare più che altro rivolto a soddisfare pressioni dei cittadini basate sui noti pregiudizi in ordine alla pericolosità degli impianti utilizzati dalle società che offrono i servizi di telecomunicazioni (pregiudizi che sono privi di fondamento scientifico allorchè gli impianti rispettino la vigente normativa in materia di emissioni elettromagnetiche)".

LA REAZIONE 

"Il nostro legale - ha spiegato il sindaco - valuterà se sussistono i presupposti per ricorrere al Consiglio di Stato, per quel che concerne gli atti dell'amministrazione comunale, abbiamo fatto e messo in atto tutto ciò che andava fatto. La sentenza del Tar è chiara e, come ente, non possiamo che prendere atto e rispettare la decisione dei giudici. Le sentenze vanno sempre rispettate, anche quando non soddisfano le aspettative è un principio di democrazia e rispetto delle istituzioni"

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