Omicidio di Thomas, subito a processo Mattia e Roberto Toson. La madre: «Ora paghino anche i complici»

Padre e figlio in aula davanti alla Corte d'Assise di Frosinone il 2 febbraio. Intanto il 19 dicembre si terrà l'udienza in Cassazione

Omicidio di Thomas, subito a processo Mattia e Roberto Toson. La madre: «Ora paghino anche i complici»
di Pierfederico Pernarella
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Giovedì 9 Novembre 2023, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 09:28

Vanno subito a processo Roberto e Mattia Toson, padre e figlio accusati di aver ucciso per uno scambio di persona il 19enne di Alatri Thomas Bricca. La procura di Frosinone ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato, procedimento che salta il passaggio in udienza preliminare sulla base di prove ritenute schiaccianti. E tali sono state considerate dal Gup Antonello Bracaglia Morante che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Rossella Ricca. Il processo in Corte d'Assise a Frosinone inizierà il 2 febbraio.
Il delitto è avvenuto lo scorso 30 gennaio nel cuore del centro storico di Alatri. Erano circa le 20.30. Un scooter T-Max 600, con a bordo due persone con il casco integrale, piomba nel parcheggio sottostante una scalinata dove si trovano alcuni ragazzi. Da una distanza di circa 30 metri, da un revolver calibro 38, partono due colpi. Uno va a vuoto, l'altro centra in testa Thomas Bricca. A sparare, secondo l'accusa, è stato Mattia Toson, 22 anni, (il giovane aveva dimestichezza con le armi e si allenava al Poligono) mentre il padre Roberto, 47 anni, ex agente di polizia penitenziaria, era alla guida dello scooter.

LO SCAMBIO DI PERSONA

Nell'atto di citazione diretta a giudizio la Procura contesta a padre e figlio, in carcere dallo scorso 18 luglio, l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Per Roberto Toson anche l'aggravante di aver violato le misure di sorveglianza speciale a cui era stato sottoposto per altri reati. Non solo. Ai due viene contestato il delitto per uno scambio di persona. Il bersaglio dell'agguato era Omar Haudy, 20enne di Alatri di origini marocchine, che quella sera si trovava accanto a Thomas e come la vittima indossava un giubbotto di colore bianco.
L'agguato, sostiene la Procura, era una rappresaglia dopo le risse che erano avvenute nel weekend precedente all'omicidio. Scontri forse legati allo spaccio. La domenica il gruppo di Omar, per vendicarsi dell'aggressione subita il sabato da parte dei Toson, aveva picchiato e buttato giù da una scalinata Francesco Dell'Uomo, fratello per parte di madre di Roberto Toson. Un affronto che meritava la giusta punizione.
Roberto e Mattia Toson erano subito finiti in cima alla lista degli indiziati. A fare i loro nomi erano stati gli amici di Thomas. Dopo qualche tentennamento iniziale, carabinieri e Procura hanno cominciato a stringere il cerchio intorno ai due. Cinque mesi e mezzo di indagine hanno consentito di trovare le prove che ora hanno permesso di ottenere il giudizio immediato. La pistola (che i carabinieri stanno cercando nel lago di Canterno sulla base di un'intercettazione) e lo scooter non sono stati trovati. Ma per Procura e Gup non ci sono dubbi: sono stati loro.

LE PROVE

Fondamentale per l'accusa la testimonianza dell'ex fidanzata di Mattia Toson che ha raccontato dei comportamenti sospetti assunti dal ragazzo subito dopo l'agguato, svelando tra le altre cose che quella sera, in auto, mentre andavano alla cena per il compleanno dello stesso Mattia (dove arriveranno in ritardo rispetto a quanto sostenuto dall'indagato) c'era un casco, mai più trovato, mai visto prima. Lo stesso immortalato dalle telecamere presenti sulla scena del crimine. Mattia e il padre inoltre si preoccuperanno di tenere i telefoni spenti al momento dell'agguato ed uno, quello di Roberto, andrà poi misteriosamente distrutto.
«La scelta del giudizio immediato - dice Federica Sabellico, la mamma di Thomas - ci dà un respiro di sollievo perché significa che la Procura ha prove schiaccianti contro gli assassini di mio figlio che ora devono pagare per quello che hanno fatto.

Come è giusto che paghino anche tutti coloro che hanno tentato di coprirli».

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