Sfida per la fascia, Marzi suona la carica: «Grande partecipazione per cambiare la città»

Sfida per la fascia, Marzi suona la carica: «Grande partecipazione per cambiare la città»
di Gianpaolo Russo
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Mercoledì 4 Maggio 2022, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 18:59

«Fino a qualche mese fa eravamo 4 amici al bar ma poi, giorno dopo giorno, siamo cresciuti è si è costruita una grandissima sinergia di persone che vogliono cambiare la città».
Domenico Marzi, candidato del Pd, ha inaugurato così la sua quarta campagna elettorale come candidato a sindaco. Anche se è passato tanto tempo (era il 1998 anno in cui venne eletto sindaco per la prima volta) i ritmi della campagna elettorale li conosce bene ed infatti in occasione dell’inaugurazione del suo comitato elettorale di via Fedele Calvosa, vicino alla “sua creazione” (la villa comunale) è riapparsa tutta la sua “verve” politica.

L’AFFONDO
E Memmo, come lo chiamano tutti, non si è fatto attendere sull’attaccare il centro destra: «Sinora ci hanno raccontato una marea di fesserie – ha esordito riferendosi alla controparte politica - Dicono che noi abbiamo lasciato debiti: come mai allora la Corte dei Conti non ci ha chiamato alle nostre responsabilità? Dicono che hanno fatto lo stadio: se ci fosse Maurizio Stirpe al mio fianco forse qualcosa direbbe su chi ha fatto realmente lo stadio.

Dicono che hanno realizzato il palazzo comunale. Intanto non lo hanno realizzato perché non lo hanno materialmente costruito (già c’era il palazzo) ma lo hanno più semplicemente acquistato facendo altri debiti».

Marzi continua ad elencare le opere pubbliche di cui si vanta l’amministrazione Ottaviani, cercando di smontarle una ad una: «Il parco Matusa è frutto della realizzazione dello stadio. Poi obiettivamente non è un granché». Quindi ricorda le promesse elettorali di Ottaviani: «Frosinone sembrava una stazione sciistica di alta montagna tanti dovevano essere gli impianti di risalita che si sarebbero dovuti realizzare. Che fine hanno fatto tutte quelle scale mobili promesse per accedere al centro storico?».
Ricorda l’anniversario dell’ascensore inclinato fermo da un anno: «Se sarò sindaco in un anno e mezzo lo aggiustiamo e lo facciamo ripartire per sempre così da rilanciare il centro storico che è stato completamente abbandonato ed è diventato un mortorio. La città deve richiamare giovani, bisogna puntare sul mondo universitario e creare una casa dello studente».
Ma se verrà eletto quale sarà la prima cosa cui metterà mano? «Alla pulizia – afferma il candidato democratico – perché Frosinone appare sporca ed abbandonata».
Sulla campagna elettorale che ufficialmente è iniziata ieri ha aggiunto: «Mi voglio divertire, cercherò un confronto pubblico con la controparte, vogliamo ridare speranza ai giovani, rimettere mano al personale, ma soprattutto non voglio che la mia città sia solo al 90 esimo posto per capacità di investimento».

I SONDAGGI
Marzi ha dichiarato che i sondaggi usciti qualche giorno fa e che lo vedono in netto ritardo rispetto al candidato di centrodestra Riccardo Mastrangeli non li teme affatto e che la sfida è comunque pronta. A sostenere Marzi c’erano tutti a partire dal leader del Pd, Francesco De Angelis, il consigliere regionale Mauro Buschini, il presidente della provincia Antonio Pompeo, le liste civiche di sostegno, gli ultimi “acquisti” del Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli. E verso le 18,50 è spuntato anche Michele Marini sindaco successivo a Marzi: si sono fatti fotografare insieme come a chiudere una storia di litigi e diverse vedute che hanno portato in passato Marzi e i Socialisti a non sostenere Marini dieci anni fa nella prima sfida con Nicola Ottaviani. Ma oggi è un’altra storia e i dissapori di un tempo sembrano essersi dissolti anche se mancano pezzi di centro sinistra in parte schierati con Mauro Vicano ed in parte con il socialista Vincenzo Iacovissi. «Il mio obiettivo e la mia ansia – ha chiuso Marzi - non è quello di voler indossare a qualsiasi costo la fascia tricolore o sedere sulla poltrona di sindaco ma di fare le cose per il bene di Frosinone e dei cittadini».

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