L'imputato è morto da due anni, ma il processo va avanti. E l'anno scorso un'udienza è stata celebrata quando lo stesso era giù deceduto. La storia arriva dal tribunale di Velletri, ma i protagonisti sono tutti ciociari. Il procedimento riguardava una caso di truffa e circonvenzione di incapace che aveva portato alla sbarra un 40enne di Ferentino. I fatti risalgono agli anni a cavallo tra il 2018 e il 2019. L'uomo in quel periodo stava scontando una pena alternativa in a Valmontone che raggiungeva tutti i giorni con il treno. Durante i viaggi quotidiani, il 40enne di Ferentino aveva conosciuto una 62enne di Alatri con un deficit psichico che spesso prendeva il treno per andare a trovare un amico a Paliano.
Tra i due era nata una sorta di amicizia e la donna aveva confidato all'uomo di avere una pensione ed una casa dove abitava con la figlia.
La famiglia della vittima si è costituita parte civile con gli avvocati Davide Giacomini e Stefano Popolla. Giovedì scorso si è svolta l'udienza per ascoltare la dipendente della banca che aveva erogato il finanziamento. Ma all'inizio della sua testimonianza la donna ha riferito che era venuta a conoscenza che l'imputato fosse morto. Tutti in aula - giudice, pubblico ministero, avvocati - sono caduti dalle nuvole. È morto? Nel corso dell'udienza sono stati avviati gli accertamenti attraverso l'anagrafe dei Comuni di Ferentino e Valmontone l'imputato era deceduto nel 2021. Il procedimento penale a suo carico però era andato avanti, tanto che l'anno scorso, quando l'imputato era già morto, si era svolta anche un'udienza. Il giudice quindi non ha potuto fare altro che dichiarare estinto il reato per morte dell'imputato.