Popolare del Frusinate, il comitato di soci: «Vogliamo tutelare i nostri diritti»

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di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 11 Maggio 2024, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 17:29

Arrivano alla spicciolata, c’è chi firma il modulo per aderire a “Bpf, comitato soci 2024” e chi, invece, preferisce aspettare l’evolversi dell’assemblea. Alle Terme di Pompeo la sala conferenze va pian piano riempendosi di soci della Popolare del Frusinate che vogliono capire se e come possono tutelarsi dopo gli arresti del febbraio scorso e le azioni dell’istituto che non sarebbero negoziabili. La banca, dal canto suo, ha sempre tirato dritto rassicurando tutti, ma intanto l’assemblea del 27 maggio si terrà non in presenza (formula prevista per legge) attraverso deleghe da fornire a un “rappresentante fiduciario”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché chi è socio sin dal primo giorno e chi ha creduto nell’istituto investendo i suoi risparmi, voleva un confronto su quanto accaduto e sul futuro della banca.

FERMENTO

 

Il titolo dell’incontro è “Fermento” e a fare gli onori di casa è Massimo Crescenzi, coordinatore del comitato «per la tutela dei diritti dei soci e difesa del valore della loro quota di partecipazione».

Al suo fianco Fabrio Perna, eletto vice coordinatore nell’incontro costitutivo del 20 aprile.

Hanno atteso un paio di mesi prima di dichiararsi “dissenzienti” ma oggi vogliono andare fino in fondo. Ci sono stati anche incontri interlocutori, i vertici dell’istituto di credito hanno provato a rassicurare tutti, ma è evidente che il “terremoto” giudiziario ha creato delle conseguenze.

L’ILLUSTRAZIONE

 

Tra le prime “slide” a essere mostrate quella del comunicato dell’istituto che parla di fiducia in chi era appena finito ai domiciliari, anche se successivamente la banca si è detta parte lesa in tutta la vicenda. A seguire vengono fatte vedere ai presenti le iniziative adottate dal nascente comitato che riguardano la prossima assemblea, chiamata ad approvare il bilancio e ad eleggere i nuovi vertici. Crescenzi ricorda come c’è chi sieda in consiglio d’amministrazione da oltre 20 anni e oggi sarebbe al sesto mandato.

«Siamo un comitato di soci - spiega - nato per costruire e non per distruggere, intendiamo aiutare la banca a sostenere le politiche la quale è nata».

Poi aggiunge: «La nostra è una attaglia di democrazia e non finirà, qualunque sarà il risultato, anche se è evidente che speriamo di ottenere qualcosa».

LE PERDITE

 

Intanto c’è una “slide” sulle azioni che se rimborsate vengono pagate 92 euro. Se fossero divise semplicemente per il numero di azionisti quel prezzo sarebbe di 192,74, mediato secondo i criteri di valutazione standard riferito agli istituti di credito scende a 144,88 «fate voi il conto di quanto vi verrebbe a mancare, senza contare che non c’è mercato e che solo la banca può riprenderle, ma non più di 100 a settimana». È anche per questo che si cercherà di partecipare all’assemblea per esprimere il proprio voto contrario alle proposte che saranno presentate e al bilancio. Le deleghe saranno raccolte in diversi studi professionali, quindi inviate al “rappresentante designato”. I soci dissenzienti vogliono andare fino in fondo, la Popolare del Frusinate ribadisce dal canto suo che non ci sono rischi. All’esito dell’assemblea del 27 maggio si saprà chi ha avuto ragione.

Giovanni Del Giaccio

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