«Abusando del suo ufficio di presidente e al fine di avvantaggiare due società gestite di diritto e di fatto da un suo conoscente (peraltro le società hanno sede degli uffici in locali di proprietà della famiglia Quadrini), faceva adottare delibere di affidamento alle predette di servizi di supporto all’attività dell’Ente censurate per profili di legittimità dall’Autorità anticorruzione».
Questa l’ipotesi di reato del procuratore Capo di Cassino Luciano D’Emmanuele. Il presidente Quadrini dal canto suo ha detto di essere «sereno e pronto a chiarire ogni cosa dinanzi all’autorità giudiziaria. Ho fiducia nella Giustizia che fa bene a svolgere il proprio lavoro. Si tratta, per quel che concerne l’affidamento dei servizi, di un atto gestionale sul quale non ha competenza il presidente». Riguardo alla locazione, Quadrini afferma: «Non mi risultano locazioni del genere».
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