Matteo Ricci: «Abuso d’ufficio, vittoria di tutti i sindaci. Pd contro? Farebbe bene ad ascoltarci»

Matteo Ricci: «Abuso d’ufficio, vittoria di tutti i sindaci. Pd contro? Farebbe bene ad ascoltarci»
di Andrea Bulleri
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Venerdì 16 Giugno 2023, 07:10
«La cancellazione dell'abuso d'ufficio è una vittoria per tutti i sindaci, a prescindere dal colore politico». Non ha dubbi Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro, presidente della Lega Autonomie locali e coordinatore dei sindaci del Pd. «Ci saremmo accontentati di una revisione del reato, Nordio è andato oltre. Ma per noi amministratori si tratta comunque di una vittoria».
Come mai è così urgente intervenire?
«Sono almeno dieci anni che in ogni assemblea nazionale dell'Anci, l'associazione dei Comuni italiani, i sindaci chiedono di mettere mano all'abuso d'ufficio. Perché è evidente che il reato, così com'è, non funziona: su 5.800 contestazioni, le condanne in primo grado finora sono state in tutto una ventina, molte delle quali annullate in appello o in Cassazione. Parliamo di un 98% di assoluzioni o archiviazioni».
Un reato inutile, quindi?
«Inutile e per certi versi dannoso. Perché quando scatta l'avviso di garanzia, tanti bravi amministratori o dirigenti vedono rovinato il loro percorso, perché di colpo si trovano indagati. E se qualcuno viene condannato in primo grado deve dimettersi, per effetto della legge Severino, anche se magari poi è assolto in appello. Così si fa un danno al Comune».
E poi scatta la "paura della firma".
«Sì, perché si ha paura di ricevere un avviso di garanzia. E così si paralizza l'azione amministrativa di un Comune, che invece dovrebbe essere rapida. I sindaci sono coraggiosi e gettano il cuore oltre l'ostacolo, ma il meccanismo è talmente soggetto all'interpretazione del singolo magistrato da risultare imprevedibile: quasi un terno al lotto».
Nel Pd, però, non tutti sembrano pensarla così.
«Il 99% dei sindaci di centrosinistra la pensa così. Non è una questione ideologica, è statistica: il reato così com'è non funziona, crea incertezza amministrativa, infanga carriere e ingolfa la giustizia. Il Pd sa come la pensano i suoi sindaci, e credo che farebbe bene ad ascoltarli».
Non si rischia una sorta di impunità per gli amministratori pubblici che sbagliano?
«Ma quale impunità, non c'è una figura tanto passata ai raggi X quanto quella dell'amministratore locale. Parliamo di una norma che non ha dato alcun contributo alla lotta all'illegalità, ma ha creato delle condizioni per cui prima di firmare un qualunque atto amministrativo, un dirigente o un sindaco ci pensano non due, ma tre o quattro volte. Rallentando la Pa».
Dunque anche il Pd farebbe bene a sostenere la riforma?
«Non ho approfondito gli altri punti del ddl. Ma sull'abuso d'ufficio bisogna essere coerenti: per anni noi sindaci abbiamo chiesto un intervento. Non è che se lo fa il governo di centrodestra possiamo schierarci contro. Ha vinto il buon senso, hanno vinto gli amministratori. A prescindere dal colore politico».
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