Viterbo, un anno dall'omicidio di Norveo Fedeli. «Il negozio resterà chiuso»

Omicidio Fedeli
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Domenica 3 Maggio 2020, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 13:01

A via San Luca la serranda resta abbassata. I fiori lasciati in ricordo non ci sono più, come non ci sono più i nastri fissati dalla polizia. Ma nessuno ha dimenticato l’omicidio che lo scorso 3 maggio sconvolse l’intera città.

Norveo Fedeli, commerciante di jeans nel suo negozio all’angolo di via San Luca, fu barbaramente ucciso esattamente un anno fa. Nonostante il locale sia stato dissequestrato la famiglia non sarebbe intenzionata a riprendere subito l’attività. «Norveo era quel negozio - afferma l’avvocato Fausto Barili - credo che per la famiglia sia ancora troppo dolorose entrare lì dentro».

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Era sabato e mancavano pochi minuti alla chiusura del negozio. Norveo avrebbe dovuto raggiungere la sua famiglia per il pranzo. Ma non ci arrivo mai. Il suo corpo fu trovato in una pozza di sangue, disteso dietro il bancone dove aveva trascorso buona parte della sua vita. A colpirlo senza pietà con uno sgabello di metallo il giovane americano Micheal Aron Pang. Il 22enne sarebbe entrato nel negozio Fedeli e dopo un breve scambio di parole, la maggior parte tradotte con un’applicazione per smartphone, sarebbe iniziata una colluttazione. 

Il litigio sarebbe ben presto degenerato. E il ragazzo avrebbe afferrato uno sgabello e colpito ripetutamente Norveo Fedeli fino a lasciarlo esanime in una pozza di sangue. Poi si sarebbe cambiato i vestiti e coperto la sneaker sporca di sangue con una busta di carta e sarebbe tornato a Capodimonte a casa di una conoscente. Tutto come niente fosse. Tanto che anche le telecamere di sicurezza del piccolo centro sul lago di Bolsena lo hanno immortalano con gli stessi abiti.

Pang 24 ore dopo il delitto ha confessato ed è rinchiuso in cella da un anno. «E’ stata una gravissima perdita - afferma l’avvocato Fausto Barili che assiste la famiglia Fedeli, parte civile nel processo -, il dolore della famiglia per aver perso così Norveo è immenso. Esprimo tutta la mia vicinanza in questo giorno così doloroso».

A causa della pandemia da Coronavirus il processo davanti alla Corte d’Assise per Pang è in stallo. Per la sentenza mancano ancora diverse udienze fondamentali. «Siamo in una fase delicata del processo, l'attività e le perizie medico legale e informatica delle prossime udienze saranno importanti - conclude l’avvocato -, forniranno elementi inequivocabili a sostegno dell’impianto accusatorio. Ovviamente c’è attesa per la celebrazione del processo, ma ancora non sappiamo con certezza quando riprenderà».

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