Civita Castellana, roghi sospetti
I commercianti: «Più controlli»

Civita Castellana, roghi sospetti I commercianti: «Più controlli»
di Ugo Baldi
2 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Febbraio 2014, 12:24
VITERBO - Che a Civita Castellana gli incendi divampati negli ultimi mesi siano causati da fatalit ci credono in pochi. Sulla loro origine dolosa dubbi non ce ne stanno. Da capire, invece, che cosa li abbiano innescati: semplici episodi, una mano criminale comune, tentativi di truffa alle assicurazioni?



PIU’ CONTROLLI

«Che ci sia bisogno di un maggiore controllo e di un continuo monitoraggio del territorio da parte delle forze dell’ordine - dicono i negozianti del centro naturale commerciale - è un’esigenza non solo nostra, ma anche dei cittadini. Non è la soluzione dei problemi, ma può essere un deterrente per i malintenzionati, che sono attratti dalle problematiche che stiamo attraversando». Getta acqua sul fuoco (è il caso di dirlo) il sindaco Gianluca Angelelli. «Sono in costante contatto sia con le forze dell’ordine che con la Prefettura - sottolinea - e, da quanto mi hanno detto, non ci sono segnali preoccupanti circa la presenza di criminalità organizzata in città. Ma capisco anche il timore e le preoccupazioni dei residenti e imprenditori».



Più diretto invece il segretario locale di Sel, l’avvocato Francesco Romito. «Non so se siano tutti episodi accidentali - dice - e quello del Maury's sembra proprio di no, visto che i primi rilievi evidenziavano una pluralità di punti di propagazione delle fiamme. Certo è che da molto tempo abbiamo denunciato come il nostro territorio, attraversato da una crisi economica e occupazionale acutissima, può essere il bersaglio di attenzioni malavitose».



IL FENOMENO USURA

La base di questo ragionamento? «Quella del distretto industriale - aggiunge - è un’area intercomunale in crisi profonda che soffre in primo luogo la carenza di liquidità. Le banche non fanno più credito, impegnate come sono, con i soldi pubblici e dei risparmiatori, a “lavare il nero del buco catastrofico” che esse stesse hanno creato. Chi ha bisogno di soldi per fare impresa, per lavorare o per coprire debiti contratti, non ha che da rivolgersi agli usurai e chi vuole fare investimenti, specialmente nel campo della edilizia, va a bussare a ditte con disponibilità finanziaria che debbono riciclare denaro di dubbia provenienza, soprattutto nei centri commerciali. Ecco - conclude - come una delinquenza non occasionale, ma strutturata, si insinua a poco a poco nel nostro territorio».

Serve una ricetta.



«Ci vuole una politica del lavoro - rileva Romito - e dello sviluppo compatibile che le nostre istituzioni, centrali e locali, non vogliono programmare nè realizzare. La politica tutta è prigioniera dei dogmi del mercato, che tutelano i forti ed i delinquenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA