Nube tossica ad Ardea, sull'incendio l'ipotesi del dolo. «Tecnici a caccia dell'innesco»

La velocità di propagazione e l'orario fanno escludere la casualità. Aperto un fascicolo contro ignoti

Nube tossica ad Ardea, sull'incendio l'ipotesi del dolo. «Tecnici a caccia dell'innesco»
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 9 Aprile 2024, 07:35

Due fattori su tutti: la velocità di propagazione dell'incendio e l'orario in cui le prime fiamme sono divampate. Elementi questi, più che sufficienti, ad escludere la casualità dell'evento. E sul maxi rogo di Ardea si può già ipotizzare l'incendio doloso. Per il momento la Procura di Velletri, titolare per territorio, ha aperto un fascicolo d'inchiesta contro ignoti, ipotizzando il reato di incendio ma è più che verosimile che venga, nelle prossime ore, contestato il dolo. Si procederà quasi certamente al sequestro del terreno di circa 5 mila metri quadri, di fatto discarica abusiva da anni, dove a poche ore dall'alba di ieri è partito il rogo, ma per gli inquirenti è necessario ricevere prima l'informativa di pompieri e carabinieri. I vigili del fuoco già escludono tuttavia di poter rinvenire dei possibili inneschi in ragione del fatto che l'area era sormontata da rifiuti. Pneumatici per lo più e materiali di risulta abbandonati nel tempo senza che si procedesse ad alcuna bonifica, nonostante le rimostranze dei cittadini. Sospetto è senz'altro l'orario in cui l'incendio ha preso corpo. La prima chiamata è partita da una residente che abita a diversi chilometri intorno alle 4.30 del mattino. Ascoltata dai carabinieri la donna non avrebbe aggiunto altro se non di aver visto una colonna di fumo alzarsi dall'area di via Montagnano. Non è estate, non ci sono temperature torride: si può ragionevolmente metter da parte l'ipotesi che il rogo sia stato accidentale. Ma nell'ipotesi in cui sia stato appiccato da qualcuno, il motivo quale sarebbe?

Incendio ad Ardea, nube tossica visibile da Roma: allerta diossina. «Attenzione a quello che mangiate»

 

Le ipotesi

Gli investigatori stanno cercando di far ordine sulla proprietà di quel terreno che, fino alla sua scomparsa, risultava essere di Salvatore Gueglielmino, classe 1951, già proprietario della "Eco X" di Pomezia che fu divorata dalle fiamme il mattino del 5 maggio 2017. Anche in quel caso a essere divorate dalle fiamme furono tonnellate di rifiuti accatastati intorno ai due capannoni sulla Pontina Vecchia. Quel fumo nero, che fu spento definitivamente solo dopo giorni, di lavoro sprigionò nell'aria percentuali di diossina e furani che l'Arpa Lazio certificò essere settanta volte più alte del limite indicato dall'Oms. Chiusero le scuole, diverse famiglie dovettero allontanarsi dalle proprie abitazioni mentre si contarono danni per centinaia di migliaia di euro. A distanza di qualche mese da quel disastro ambientale, Salvatore Guglielmino è deceduto a seguito di una malattia che lo aveva colpito. Gli eredi, stando alle prime verifiche hanno rinunciato a tutto e anche al terreno di Ardea dove ieri è divampato il rogo. Sullo stesso però esistono almeno due manufatti, due ville, di cui una era nelle proprietà di Guglielmino ma che già prima della sua morte era abitata da alcuni suoi amici anche se non è ancora chiaro a quale titolo. Una famiglia che, tuttavia, insieme all'altra residente nella seconda villa, la notte di domenica non si sarebbe accorta di nulla poiché le fiamme si sono poi propagate in una direzione opposta alle abitazioni. Nella vasta area dell'incendio, come era prevedibile, non ci sono telecamere o impianti di videosorveglianza che possano aiutare a ricostruire cosa è accaduto intorno alle 4.30 quando, appunto, è arrivata la prima chiamata di soccorso.

 

Le verifiche

Bisognerà anche capire, considerato il fatto che formalmente quel terreno non aveva più un proprietario, quali interessi poteva comunque sollecitare. A Roma mesi fa, fu arrestata una dipendente della Regione Lazio, che proprio in un'area abbandonata aveva messo su un giro di sversamento illecito di rifiuti appropriandosi di un terreno non suo.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA