Qualità della vita, poco lavoro e mal pagato: Viterbo non è una città per i giovani e affonda in classifica

Qualità della vita, poco lavoro e mal pagato: Viterbo non è una città per i giovani e affonda in classifica
di Luca Telli
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Martedì 30 Maggio 2023, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 15:06

Poco occupati, insoddisfatti del proprio lavoro e in fuga, la Tuscia non è una provincia per giovani; il rapporto qualità della vita per fasce di età realizzato dal Sole24 ore, e presentato domenica al Festival dell’Economia di Trento, boccia la provincia: in un anno, nella graduatoria che analizza le condizioni della fascia 18 - 34 anni, Viterbo perde 29 posizioni e sprofonda dalla casella numero 43 alle 72 su 107.  E non va meglio in quelle che riguardano bambini e anziani; nella fascia 0 -14 il Viterbese recupera venti posti ma con una pagella ancora insufficiente (posizione numero 69), in quella degli over 65 la classifica si muove di un gradino e resta lontano dalle province migliori (63).

I segnali sconfortanti per giovani, che emergono dalla somma dei 12 criteri utilizzati per la realizzazione di tutte e tre le classifiche e non sono altro che una triste conferma dei report degli ultimi anni, sono un campanello dall’allarme per la Tuscia che rischia di vedere scivolare via una fetta importante del suo potenziale produttivo.

Il primo dato che il documento sottolinea è quello legato al numero dei residenti under 35: tra il 2019 e il 2023 (elaborazione compiuta su dati Istat gennaio 2023) sono calati del 6,4% (peggio nel Lazio solo Frosinone: -9,9%), un dato che solo in parte è frutto dell’inverno demografico, con il tasso di natalità tra i più bassi d’Italia (1,04 figli per donna) e l’età delle primipare sempre più alta, perché pesare è anche la decisione di lasciare la Tuscia.

Il motivo principale è la mancanza di lavoro.

Il tasso di disoccupazione giovanile scende ma resta elevato (11,9%), il lavoro poi, quando c’è, è giudicato scarsamente soddisfacente (posizione numero 106, penultimi in italia) e poco retribuito. Condizione che amplia la fascia degli scoraggiati, i ragazzi che non studiano né lavorano solo il 22,3%, e spinge a guardare lontano dalla provincia per coltivare la speranza di costruire un futuro.

Provincia che, come anticipato, incassa dei risultati migliori, senza brillare, nella classifica che analizza i servizi per l’infanzia ed i bambini fino a 14 anni. L’indicatore peggiore è quello che riguarda il numero dei pediatri: appena 1,6 professionisti attivi ogni mille abitanti (100).

Capitolo scuola: strutture sprovviste di spazi esterni, costo delle mense conveniente rispetto alla media nazionale, competenze numeriche degli studenti al di sotto delle media del Paese, alfabetiche in linea. Nel tempo libero, poi, gli under 14 praticano poco sport colpa anche di carenze di strutture.

Se per giovani e bambini i problemi non mancano non sorridono neppure gli over 65 con un’aspettativa di vita tra le più basse d’Italia, un numero limitato di geriatri e un consumo elevato sia di farmaci per malattie croniche che per problemi legati alla depressione.

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