"Pirandello dimenticato". A Soriano nel Cimino una giornata dedicata al genio di Fausto

"Pirandello dimenticato". A Soriano nel Cimino una giornata dedicata al genio di Fausto
di lu. te.
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Domenica 21 Gennaio 2024, 19:18

Centootto pagine. Ognuna una pennellata che ricama un istante di quotidianità sconosciuta. Lettere, fotografie, materiale d’archivio. Più che un’opera, “Il Pirandello dimenticato” (De Luca Editori D’Arte, 2017) è una matrioska di memorie e tesori. Scritto a quattro mani da Pierluigi Pirandello, scomparso nel 2018 e ultimo nipote ad aver conosciuto il premio Nobel Luigi, e dall’attore e regista Alfonso Veneroso, è una delle testimonianze dirette più solide sulla vita dalla famiglia Pirandello.

Per questo la signora Giovanna Carlino Pirandello, moglie di Pierluigi e presidente della Fondazione ‘Fausto Pirandello’, ha deciso che sabato venisse presentato di nuovo all’interno della sala consiliare di Soriano nel Cimino (terra cara alla famiglia Pirandello); perché la carne viva di giorni fatti di umane gioie e dolori fosse una bussola per accompagnare i visitatori all’interno della mostra, visitabile fino a domenica 28 gennaio, che a Palazzo Chigi Albani ospita i dipinti vincitori del bando della seconda edizione del premio di pittura dedicato al figlio del premio Nobel (insieme a tre suoi dipinti, due di Luigi Pirandello e uno della sorella Lina)

Un modo per entrare in contatto con l’essenza più profonda di Fausto Pirandello, capirne l’opera e l’enorme genio fatto di intuizioni, di destrutturazione e ricostruzione delle realtà.

Dalle pagine del libro, i tratti più significativi del quale sono stati raccontati da Alfonso Veneroso, dalla psichiatra e amica della famiglia Pirandello Francesca Ferragine e dal professor Denis Fadda, emergono i ricordi di Pierluigi (che morì quattro mesi dopo la pubblicazione dell’opera). Immagine vivide di un testimone privilegiato che racconta del nonno favorevole ad assecondare le inclinazioni artistiche dei figli ma che li spinge a trovare anche la sicurezza economica, di un padre talentuoso che ha dovuto fare i conti con l’ombra gigantesca di Luigi, e di una vita, la sua, che per scelta prese una strada diversa: libera, felice ma con una colonna sonora di malinconia in sottofondo.

“Pierluigi – racconta Fadda – ha scelto di non essere artista, ma per fortuna nostra non ce l’ha fatta fino in fondo. Era artista nel cuore e degli artisti è diventato protettore. Era convinto del potere della cultura, un ideale in cui ha creduto fino alle fine”. Grazie, soprattutto, all’incontro con Giovanna che per Pierluigi è stata moglie, amica, sostegno, sprono. Giovanna che oggi porta avanti la Fondazione Fausto Pirandello e lavora per realizzare il desiderio più grande del marito: continuare la divulgazione e promozione dell'opera del padre Fausto.

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