Narcotizzate e violentate dal netturbino, le vittime:«Ho scoperto lo stupro dal video della polizia»

Ubaldo Manuali
di Maria Letizia Riganelli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 05:20

«Ho scoperto di essere stata violentata guardando un video che aveva la polizia. Io ero seminuda dalla vita in giù. Producevo un lamento, come uno strazio, mentre lui ansimava. Quel lamento non riesco a toglierlo dalla testa. Aver capito, aver sentito e visto, mi ha stravolto la vita». Parlano le vittime di Ubaldo Manuali, il netturbino romano che adescava donne sui social per narcotizzarle, violentarle e filmarle. Ieri pomeriggio davanti al collegio del Tribunale di Viterbo hanno parlato per ore le prime due donne.

Quella che ha fatto scoprire “il trucco” e quella che ha scoperto di essere finita nel tranello del sesso di Manuali solo quando la polizia che indagava gli ha mostro i video fatti dall’imputato. Presente anche lui, che seduto dietro i suoi avvocati, Tiziana Rocchetti e Fabio De Luca, non si è mai scomposto. Il 59enne, arrestato a settembre dalla Squadra Mobile, avrebbe abusato almeno di 4 donne, tre sono parte civile nel processo. E lo avrebbe fatto dopo averle stordite con le benzodiazepine.

«Dopo che la polizia mi ha informato di cosa era accaduto - ha raccontato la donna residente nella provincia di Frosinone - mi sono spiegata tante cose. Noi abbiamo iniziato a sentirci du Facebook ma ci siamo visti solo una volta. Era il periodo di Natale e io avevo rotto con il mio compagno. Decisi di prendermi una giornata per me e andai a Roma. Gli scrissi e mi propose di vederci. Ho accettato. Mi è venuto a prendere e siamo andati a casa sua a Riano. Credo di aver bevuto un bicchiere. E qui i miei ricordi si spengono. Ricordo solo che il giorno dopo era sul treno diretto a Frosinone. Non so altro. Né come sono arrivata alla stazione, né cosa è successo a casa sua. Mi disse che mi ero addormentata perché ero stressata e che lui aveva dormito sul divano e aveva visto un film.

Ma il film lo aveva fatto a me. Solo dopo mesi ho capito. Ora vorrei sapere da lui quante volte quella notte ha abusato di me, del mio corpo mentre io ero completamente incosciente. Quel lamento che si sente nel video mentre lui fa scempio di me è stato devastante. E continua a torturarmi».

Manuali poco prima aveva seguito lo stesso schema anche con un’altra donna, residente nella provincia di Roma a pochi chilometri da Riano dove l’imputato vive. Anche lei ieri ha raccontato una storia colma di buio. Di vuoti causati dalle benzodiazepine che il netturbino le avrebbe messo nel bicchiere del prosecco. «Ci siamo conosciuti sui social - ha raccontato - e nel corso di 3 anni di conoscenza ci siamo visti 5 volte. Tre aperitivi e due cene. Ma mai tra noi è successo qualcosa. Mai un bacio. Non ero interessata. Era solo un’amicizia. Aveva qualcosa nel viso che non mi convinceva. Però era gentile. Durante i periodi in cui avevo problemi si preoccupava. O così sembrava. La sera del 15 gennaio 2023 si è mostrato per quel che era. Di quella notte non ricordo niente. E’ venuto a cena da me, voleva che bevessi. Ho solo preso due sorsi di prosecco. Poi il vuoto. Ricordo solo che mi sono svegliata alle 4 del mattino e ho visto la divisa da netturbino sul divano. Non capivo. Mi sono riaddormentata. Alle 5 ho sentito un peso addosso, mi sono svegliata e avevo la sua mano sulla faccia. Lui era sdraiato accanto a me con i pantaloni e la cintura slacciate. Gli ho detto: “Schifoso che ci fai qui” e l’ho cacciato».

Poi la corsa al pronto soccorso e gli accertamenti per violenza sessuale. E la certezza di avere ancora nel sangue il narcotico che lui gli aveva fatto bere inconsapevolmente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA