«Io, fuggita all'estero per una nuova vita»: Elena da Capodimonte all'Inghilterra dove ha aperto un ristorante. Il suo piatto forte? La porchetta

Elena con il marito
di Federica Lupino
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Domenica 1 Ottobre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 18:36

"Me ne sono andata di corsa, appena venduto il bar. Volevo crearmi una nuova vita all’estero e ci sono riuscita: qui ho trovato tutto ciò che l’Italia non ha saputo offrirmi”. Elena Papacchini è una 40enne di Capodimonte che da tre anni vive in Inghilterra. Se ne è andata dalle sponde del suo lago a cavallo tra la Brexit e la pandemia. In valigia nessun rimpianto, solo la nostalgia della famiglia e degli amici. “Ma no, non ho mai pensato di tornare”, assicura. Ora è sposata, gestisce un ristorante italiano a Edimburgo proprio con il marito e ha un bebè di pochi mesi. Il suo piatto forte? La porchetta. L’ha insegnata a suo marito il macellaio di Marta. Perché alla fine con sé lei ha portato tutta la cultura, anche culinaria, della terra natale. La sua è la storia simile a quella di tanti giovani uomini e giovani donne che lasciano l’Italia per cercare fortuna altrove. Sono migliaia ogni anno e le loro fughe all’estero vanno ad aggravare la crisi demografica di un Paese in cui si fanno meno figli e molti di quelli che nascono, una volta maggiorenni, sono spesso spinti ad andarsene. Il perché questa giovane imprenditrice lo racconta, avendolo vissuto sulla propria pelle.

Elena, qual è la sua storia?
“Sono nata e cresciuta a Capodimonte dove per 17 anni ho avuto un bar. Mi sono trasferita a Edimburgo in Scozia a 37anni, nel marzo 2020, appena ho venduto l'attività. Poi ho incontrato mio marito, che è spagnolo, e ci siamo trasferiti in Inghilterra a Cheltenham (Gloucestershire)”.

Come andava la tua attività a Capodimonte?
“Andava decentemente per vivere ma ero molto stanca della povertà generale della gente, attenta anche ai centesimi, le possibilità imprenditoriali di crescere erano nulle, le tasse alte e i giovani in fuga per mancanza di lavoro. Inoltre, personalmente la zona non aveva più niente da darmi come miglioramento e crescita personale. Avevo poca fiducia nell'idea di creare una famiglia in una nazione non meritocratica.

Tutte cose che ho trovato qui”.

Perché secondo lei molti italiani si trasferiscono all’estero?
“Perché da noi non gira il soldo, non c’è offerta di lavoro e quando c’è le condizioni sono ridicole. La gente è abbastanza chiusa mentalmente e l'imprenditoria è torturata invece di essere spronata. Il sistema burocratico è raccapricciante e nei momenti di crisi lo Stato non assiste il cittadino”.

Concretamente, cosa significa che in Inghilterra ha trovato ciò che l’Italia le negava?
“Ho appena aperto un'attività qui, ristorante takeaway italiano. Mio marito è chef”.

È stato facile?
“Facilissimo. Ho comprato l 'attività con licenza, fatto un piccolo corso online di igiene al costo di 30 sterline, allestito il ristorante e aperto”.

È stato sempre tutto così semplice?
“Il periodo iniziale del Covid è stato molto difficile perché le mie competenze erano nel settore dell’hospitality ovviamente. E tutte le strutture erano chiuse, ma appena hanno riaperto ho trovato lavoro in un batter d'occhio e ho potuto fare tutti i documenti prima della Brexit”.

La sua più grande soddisfazione?
“La gente che apprezza il cibo home-made e italiano autentico. Il piatto forte è la porchetta che ci siamo fatti insegnare a cucinare dal macellaio di Marta, Rino Cherubini. Lo scorso settembre ha tenuto a mio marito un corso di una settimana per mostrargli tutto. È stato gentilissimo. Poi facciamo street food, pasta , arancini , focaccia ripiena e panzerotti. Adorano il tiramisù. Ho una pagina sui social Porketta Cheltenham”.

Rimpianti?
“No. Mi dispiace di avere la famiglia e gli amici lontani. Gli affetti, quelli sì, mi mancano”.

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