Compravendita di supercar col trucco, arriva la richiesta pene per i membri dell’associazione a delinquere capeggiata da Elio Marchetti. L’imprenditore viterbese, già condannato per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale a 5 anni e 4 mesi di carcere e che è stato spogliato di beni per 8 milioni di euro, in questo processo è di nuovo imputato per reati connessi.
Si tratta di filoni che erano stati stralciati 4 anni fa per permettere al processo portante di andare avanti più velocemente. Marchetti è imputato insieme alla sorella Rosalba (assistita dagli avvocati Roberto Massatani e Marco Valerio Mazzatosta, a Domenico Sordo, a Giuseppe De Lucia, Emilia Tiveddu (avvocati Francesco Massatani e Michele Ranucci), Giuseppe De Lucia (Michele Vaira del foro di Foggia) e Domenico Sordo (Francesco Paolo Ferragonio anche lui del foro di Foggia) e Adria Glowats (difeso dall’avvocato Anna De Cesare). Tutti attori, secondo l’accusa, del meccanismo di frode messo in atto per vendere auto di lusso evadendo il fisco e l’agenzia delle entrate. Quest’ultima considerata parte offesa, non si è mai costituita parte civile.
In particolare Glowats sarebbe stato il referente tedesco di Marchetti, il complice che procacciava le auto.
Per quest’ultimo l’avvocato Giuliano Migliorati ha chiesto di giudicarlo, considerando i reati per cui è imputato, in continuazione di quelli per cui è stato già condannato. Una sorta di patteggiamento a fine istrittoria. Richiesta accolta anche dalla Procura che per lui ha chiesto 3 mesi e 25 giorni. Prove nel processo sono stati tutti i documenti, le intercettazioni e i testimoni della polizia giudiziaria che hanno portato avanti l’indagine. In questo caso i reati presi in esame sono quelli tributari. Secondo la Procura Marchetti & co avrebbero messo in atto dei veri e propri caroselli per lucrare sul fisco. Lo scopo, per gli inquirenti, era uno: evadere l’iva delle auto importate dall’estero. I meccanismi per riuscirci, invece, molti.