Green pass da giugno, così si tornerà a viaggiare. Ecco come funziona, vantaggi e rischi

Green pass pronto da giugno, così si tornerà a viaggiare. Ecco come funziona, vantaggi e rischi
di Francesco Padoa
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Venerdì 16 Aprile 2021, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 16:53

Viaggiare, si viaggiare... evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure... Così cantava Battisti, e la metafora sembra rappresentare bene il momento attuale. Si avvicina il momento in cui si potrà tornare a viaggiare. Non resistiamo più, chiusi tra le mura delle nostre case, limitati nei confini delle nostre città o al massimo delle nostre regioni. Il semaforo, rosso per alcuni, arancione per la maggioranza degli italiani, speriamo che presto diventi giallo. Ma il verde, per tornare a muoversi senza troppe limitazioni, anche all'estero, quando si  accenderà? Verde, ovvero green pass, quella sorta di passaporto vaccinale sul quale sta lavorando da mesi l'Unione Europea. Anche perché con l'appropinquarsi dell'estate la voglia di partire per una vacanza sta diventando esponenziale. «Sul certificato verde «stiamo procedendo velocemente sotto il profilo tecnico e legislativo» e «dal 1 giugno saremo pronti», ha detto proprio ieri il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, parlando in audizione al Parlamento europeo.

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Il francese ha spiegato che il sistema operativo del pass (che funzionerà tramite app) sarà pronto il 1 giugno, poi gli Stati membri potranno «iniziare a editarlo e implementarlo» per raggiungere «a luglio» la piena operatività. «Dobbiamo agire rapidamente, in tempo per l'apertura delle frontiere e per l'estate» così da «rilanciare la stagione turistica», ha sottolineato Breton, precisando che per l'introduzione del pass sono stati sbloccati nel complesso 50 milioni di euro.

«Il sistema operativo del Greenpass europeo sarà pronto il primo giugno - ribadisce la senatrice di Italia viva, Laura Garavini, vicepresidente della commissione Esteri di Palazzo Madama - Da questa data i singoli Stati potranno iniziare a implementarlo. La conferma che arriva dal commissario Ue è una buona notizia per la ripresa della mobilità comunitaria. Ma può tradursi in realtà solo se i Paesi europei si organizzeranno per tempo. Il passaporto vaccinale funzionerà infatti tramite una app. E' quindi importante che anche il Governo italiano si attivi. Così da essere nelle condizioni di rendere operativo quanto prima il green pass anche in Italia, possibilmente entro luglio.

Tornare a viaggiare in sicurezza vuol dire far ripartire il turismo e l'economia. Una possibilità che non possiamo sprecare». Per il momento possiamo accontentarci di viaggiare verso alcuni paesi, vedi la Spagna o le isole greche covid free, ma è sempre una corsa ad ostacoli, fra tamponi prima e dopo, certificazioni, mascherine, controlli vari. Ovviamente il desiderio, una volta fatto il vaccino ed essere immunizzati, è quello di essere veramente liberi di programmarci una vacanza, fare le valige e viaggiare. Sì, viaggiare...

 

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«Sappiamo che è in arrivo il green pass europeo - ha spiegato sempre ieri il ministro del turismo, Massimo Garavaglia - e sappiamo che l'Europa non è velocissima, ma si sa il punto di arrivo di questa certificazione che sarà rilasciata a chi sarà vaccinato, a chi avrà avuto il Covid, o è in possesso di tampone negativo, quindi anticipiamo questa certificazione e quando arriverà il green pass europeo ci adegueremo alle regole unitaria. Il nostro pressing sul ministero della salute è costante, chiediamo protocolli certi che sappiamo diventeranno più elastici man mano che le vaccinazioni procederanno». «Il Green Pass è un lasciapassare continua Garavaglia - viene chiamato sbagliando passaporto vaccinale ma non c'entra niente. Il vaccino è una condizione. Tu puoi circolare tranquillamente se sei vaccinato, ma anche se hai avuto il Covid e hai gli anticorpi, oppure se hai un tampone negativo. Dove è il problema, se non si è stati vaccinati perché si ha la fortuna di essere giovani, nel farsi un tampone e poter circolare liberamente? Penso che si andrà in questa direzione, i tempi dell'Europa saranno quelli che saranno, ma mi sembra inevitabile che i protocolli alla fine prendano atto di queste che sono le condizioni generali».

 

Mercoledì scorso gli ambasciatori dell'Ue hanno concordato un mandato per i negoziati con il Parlamento europeo sulla proposta di un certificato verde digitale, che faciliterà la circolazione sicura e libera durante la pandemia. «L'attuale situazione epidemiologica rimane motivo di grande preoccupazione», ha affermato il premier portoghese Antonio Costa. Il Portogallo detiene il semestre di presidenza della Ue. «Ma quando si guarda al futuro, abbiamo bisogno di soluzioni che funzionino in tutti gli Stati membri e il certificato verde digitale viene fornito per facilitare la circolazione sicura e libera», ha aggiunto Costa. «E' molto importante per i nostri cittadini, per le nostre società e per la ripresa delle nostre economie - ha precisato -. Accolgo con favore questo primo passo. Ciò dimostra che siamo pronti a impegnarci in modo costruttivo con il Parlamento europeo e la Commissione per continuare a muoverci rapidamente su queste proposte, in modo che il certificato sia pienamente operativo quest'estate».

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COME FUNZIONA
Ma vediamo nello specifico come funziona, quali sono i vantaggi e quali gli eventuali rischi. Il certificato verde digitale, o green pass europeo, o lasciapassare come lo definisce il ministro Garavaglia (ma il nome conta poco, l'importante è che funzioni a far ripartire il turismo internazionale), come detto è un documento digitale attestante che una persona è stata vaccinata contro il Covid-19, ha ottenuto un risultato negativo al test oppure è già guarita dopo aver contratto la malattia. Sarà in formato digitale oppure cartaceo, con codice QR dotato di firma digitale per impedirne la falsificazione, e scritto nella lingua nazionale (italiano per noi) e in inglese. Il passaporto vaccinale potrà essere richiesto per prendere un aereo, partecipare a un "evento importante" o entrare in un luogo pubblico, ma non sarà obbligatorio, come ha precisato il commissario europeo Breton: 
«L'obiettivo è ritrovare la capacità di convivere senza essere un rischio». Al momento del controllo del certificato, ci sarà la scansione del codice QR e la verifica della firma. La Commissione sta ora finalizzando il gateway che permetterà il funzionamento del certificato: le firme digitali potranno essere verificate in tutta l'Unione Europea. Il green pass conterrà informazioni fondamentali necessarie quali il nome, la data di nascita, lo Stato membro di rilascio e l'identificativo univoco del certificato. Per il certificato di vaccinazione, verrà specificato il prodotto vaccinale e fabbricante, numero di dosi, data di vaccinazione; per il certificato di test il tipo di screening (test PCR o test rapido antigenico), data e ora del test, centro di test e risultato; per il certificato di guarigione la data del risultato positivo del test, soggetto che ha rilasciato il certificato, data di emissione, data di validità.

SARA' GRATUITO
Non si pagherà nulla per ottenere il green pass. Gli Stati della Ue devono sostenere solo i costi di realizzazione dell'infrastruttura a livello nazionale. La Commissione finanzierà la creazione del un gateway e aiuterà gli Stati della Ue nello sviluppo dei software che utilizzeranno i verificatori preposti alla scansione del codice QR.
 Per quanto riguarda il trattamento dei dati personali, dal momento che nei certificati verdi digitali vi sono dati medici sensibili, sarà garantito un altissimo livello di protezione. I certificati conterranno solo una serie limitata di informazioni necessarie, che non potranno essere conservate dai paesi visitati. Tutti i dati sanitari rimarranno negli Stati membri che hanno rilasciato il certificato. Il sistema dei certificati verdi digitali non richiederà la creazione e la manutenzione di una banca dati a livello dell'UE. Ma una domanda che è lecito porsi è la seguente: per quanto tempo sarà valido? I certificati sono collegati alla pandemia di Covid-19, per cui, nelle intenzioni, il sistema dei certificati verdi digitali sarà sospeso una volta che l'Organizzazione mondiale della sanità avrà dichiarato cessata l'emergenza di sanità internazionale. Nel caso in cui, sempre l'Oms, dichiari una nuova emergenza causata dal Covid-19 o da una delle sue varianti, il sistema potrebbe essere riattivato. Il regolamento introduce inoltre alcuni principi di base: per esempio viene fissato in 180 giorni il periodo massimo di validità del certificato di guarigione. Ma un'altra domanda riguarda la durata dell'immunità vaccinale: quanto dura? Quanto quella garantita dai vaccini? Neanche i vaccini più potenti garantiscono un'efficacia del 100% contro l'infezione, e non è ancora del tutto chiaro (o almeno non lo è per tutti i vaccini) in che misura i vaccinati siano in grado di contagiare in modo inconsapevole i non vaccinati. Quindi il green pass dovrà probabilmente essere sempre aggiornato.

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VANTAGGI E RISCHI
Ovviamente la possibilità offerta dal green pass darà anche vantaggi psicologici, ma contemporaneamente potrebbe alimentare comportamenti rischiosi, sia tra chi è in possesso di un green pass sia tra chi ne vorrebbe uno. Una serie di studi comportamentali operata da un gruppo di psicologi britannici dello Scientific Pandemic Insights Group on Behaviours (il panel di esperti che consiglia il governo inglese sugli aspetti comportamentali legati alla pandemia) permettere alle persone di tornare a incontrarsi, lavorare in presenza, spostarsi, frequentare luoghi pubblici e accudire i propri cari porterà indubbi benefici sociali, emotivi ed economici. Senza contare che, in alcune circostanze, i green pass di immunità alla covid potrebbero spingere chi ancora è riluttante, a farsi vaccinare. Tuttavia, dal punto di vista della prevenzione del contagio, e dopo un così lungo periodo di restrizioni, chiusure, lockdown, questi passaporti vaccinali potrebbero spingere a comportamenti poco augurabili che rischiano di provocare una risalita dei contagi. Le persone che sanno di avere gli anticorpi potrebbero adottare modalità di interazione a rischio e rinunciare a mascherine, distanziamento e lavaggio delle mani, aumentando le probabilità di infezione e trasmissione della covid ai non vaccinati. Insomma, al di fuori del contesto dei viaggi internazionali, per i quali attestare l'immunità o la negatività alla covid è necessario, se si vogliono limitare i focolai in volo, l'idea dei green pass non porta con sé soltanto benefici. Oltre agli aspetti psicologici messi a fuoco nello studio, e tralasciando le questioni che riguardano la privacy e le inevitabili discriminazioni sull'accesso ai vaccini, all'interno dei singoli Paesi e tra le diverse zone di mondo, restano inoltre alcuni problemi strettamente scientifici. 

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E al di fuori dall'Europa? Il discorso evidentemente si complica se si fa un discorso globale. Il turismo internazionale seguirà altri percorsi, per ora ovviamente non prevedibili. Ogni paese si regolerà diversamente, sia per quanto riguarda il flusso turistico in entrata che in uscita. E' impossibile prevedere quando tutte le frontiere saranno nuovamente covid free, quando si potrà girare per il mondo senza limitazioni e preoccupazioni. Intanto, a proposito di green pass, in Israele si sono portati avanti: è stata realizzata una app che identifica vaccinati e guariti e consente di tornare a frequentare hotel, palestre, musei e altri luoghi pubblici. E anche New York lancia il primo passaporto vaccinale degli Stati Uniti nel tentativo di tornare alla normalità. Il pass digitale conterrà i dati sulla vaccinazione ma anche i risultati dei test per il Covid effettuati, e punta a diventare la chiave di ingresso per teatri ed eventi sportivi e culturali. Realizzata su una piattaforma Ibm, l'app è basata su tecnologia blockchain per consentire il rispetto della privacy sulle informazioni sanitarie di chi la usa.

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