Pippo Franco, il figlio e la moglie rischiano il processo. «False certificazioni attestanti le avvenute vaccinazioni». Così ottenevano il Green pass

La Procura ha chiuso le indagini sui furbetti delle certificazioni sanitarie: il dottor Aveni avrebbe aiutato la famiglia dell'attore

Pippo Franco, il figlio e la moglie rischiano il processo. «False certificazioni attestanti le avvenute vaccinazioni»
di Michela Allegri
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Venerdì 10 Marzo 2023, 06:09 - Ultimo aggiornamento: 06:10

Falsi vaccini per ottenere il green pass, ma anche false patologie diagnosticate da medici compiacenti per fare avere ai pazienti pass per disabili, per accedere gratis alle Ztl e per parcheggiare in zone vietate. La Procura ha chiuso le indagini sui furbetti delle certificazioni sanitarie: il prossimo passo potrebbe essere una richiesta di rinvio a giudizio che porterebbe sul banco degli imputati 28 persone. Per quanto riguarda i finti certificati vaccinali, a rischio processo ci sono, tra gli altri, l'attore Pippo Franco, la moglie Maria Piera Bassino e il figlio Gabriele Pippo. Ad aiutarli, il dottore Alessandro Aveni.

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Nel capo di imputazione si legge che avrebbe formato - per loro e per altri pazienti - «false certificazioni attestanti le avvenute vaccinazioni».

L'accusa è anche quella di avere «indotto in errore il personale della Asl Regione Lazio sull'effettiva somministrazione delle prime due dosi», in modo da poter prenotare la dose booster e conseguire «indebitamente il rilascio del green pass rafforzato». Gli avvocati del conduttore, Paolo Gallinelli e Benedetto Giovanni Stranieri, hanno dichiarato: «Dimostreremo l'assoluta estraneità rispetto alle contestazioni della Procura». Deve rispondere di falso anche un altro attore, Pierluigi Concilietti: pure lui ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini. Stessa accusa per il medico dei vip, Antonio De Luca, e per alcuni suoi familiari: anche loro, secondo gli inquirenti, avrebbero ottenuto il green pass tramite i certificati "taroccati" rilasciati da Aveni. Ma De Luca è coinvolto anche nel secondo filone dell'inchiesta: la truffa dei falsi pass per disabili. Indagata Claudia De Pompeis, medico certificatore, che avrebbe diagnosticato a diversi pazienti «false patologie», per fare loro ottenere «il contrassegno speciale di circolazione per le persone con disabilità», si legge nel capo di imputazione. Tra i beneficiari, secondo il pm, Monica Tarentini, ex dirigente della Asl Rm1, che avrebbe prodotto a Roma servizi per la mobilità la certificazione medica, conseguendo il pass disabili e poi «facendo uso del contrassegno a carattere permanente». In questo modo sarebbe riuscita ad accedere alle Ztl senza pagare le multe, ma anche a parcheggiare negli spazi vietati. La Terentini avrebbe a sua volta accertato la disabilità di alcuni pazienti, tra i quali De Luca e alcuni suoi familiari.

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