Infodemia. Ecco un’altra parola divenuta tristemente popolare durante la pandemia.
Cosa significa? Secondo la Treccani è la «circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili».
Ci sono pochi dubbi che sul Covid l’infodemia sia stata concreta. In questi giorni è uscito un libro, “La comunicazione nelle emergenze sanitarie - Gestione dell’infodemia e contrasto alla disinformazione come strumenti di sanità pubblica” (Il Pensiero Scientifico Editore), che analizza proprio la difficoltà di informare i cittadini durante una pandemia («si è rischiato uno tsunami di informazioni»). Lo hanno scritto Cesare Buquicchio, che ha dovuto affrontare in prima linea questo problema visto che tra il 2019 e il 2022 è stato capo ufficio stampa del Ministero della Salute, Cristina Pulcinelli e Diana Romersi.
Spiegano: «L’eccesso di informazioni, spesso inesatte o distorte, adesso sta inquinando il racconto della guerra e in futuro potrebbe compromettere le crisi sanitarie legate al cambiamento climatico».
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