Spot Esselunga, il giornale dei Vescovi spezza una lancia: «Va visto senza ideologie, mostra il dolore dei bimbi per le separazioni»

La piccola Emma nello spot Esselunga
di Franca Giansoldati
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Settembre 2023, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 11:43

E' la potenza di Emma, la bambina immaginaria figlia di genitori separati di uno spot pubblicitario, a manifestare la tristezza di tutti i bambini davanti alla mamma e al papà separati. E' lei che introduce con i suoi occhioni il capovolgimento della prospettiva sociale delle famiglie in frantumi, facendo affiorare i sentimenti dei figli solitamente mai considerati.  Emma ha suscitato una autentica bufera con lo spot pubblicitario di cui è protagonista. Il giornale dei Vescovi, Avvenire, è sceso in campo con la sua autorevolezza spezzando una lancia a favore di questo ribaltamento di prospettive (vale a dire la rottura di un nucleo familiare visto con gli occhi di un bambino). Tuttavia ha sgombrato subito il campo da ogni equivoco davanti al polverone. «A costo di sembrare ingenui, ci piace immaginare che la politica non c’entri, né che ci sia “aria di restaurazione” nell’immaginario della famiglia negli spot. È vero che gli strateghi della pubblicità annusano l’aria prima di tanti altri, anche con costosi e sofisticati sondaggi, ma noi preferiamo pensare che il tenero, piccolo inganno escogitato da Emma rappresenti semplicemente un’aspirazione comune a tutti i bambini: quello di un amore per sempre. E nei sogni di una bambina, una pesca può diventare la colomba della pace».

Matrimoni, niente figli prima della pensione dei nonni: così costi e mancanza di servizi cambiano le famiglie italiane (e non solo)

Lo spot dei supermercati Esselunga ha provocato un'ondata di reazioni da una parte e dall'altra, dividendo persino il mondo politico e femminista (peraltro già diviso sul tema dell'utero in affitto) tra coloro che interpretano il messaggio della piccola Emma come la sollecitazione a dare più spazio alla dimensione dei bambini, oggi praticamente ignorati.

Naturalmente c'è chi il tema l'ha buttato in politica dicendo che lo spot coglieva l'onda del governo di destra per esaltare la famiglia tradizionale, unita, ed eterosessuale. 

Tre milioni di famiglie hanno un genitore solo: il nucleo è sempre più monoparentale

«Non c’è spesa che non sia importante», è lo slogan dello spot, girato come un cortometraggio cinematografico (2 minuti contro i pochi secondi di uno spot) a Milano, da un regista francese e firmato da una agenzia creativa di New York. Il giornale dei vescovi da tempi non sospetti, difendendo la famiglia tradizionale, ha sempre cercato di mettersi dalla parte dei bambini e anche quando nel 2015 fu approvato il cosiddetto divorzio breve i vescovi fecero sentire la loro voce naturalmente dopo avere studiato il tema con pedagogisti, medici, psichiatri e accademici vari. «Resta sostanzialmente inascoltato il grido dei bambini che vivono sulla propria pelle le divisioni familiari» dicevano già all'epoca, intervenendo nel dibattito. 

Dall'amore all'ascolto, i 10 diritti irrinunciabili dei figli nel divorzio

Ogni divorzio, chiariva la Chiesa, è non è mai indolore per gli adulti, ma diventa un trauma per i figli. Citavano poi uno studio fatto su 150.000 bambini svedesi pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, che mostrava l’alto livello di malattie psicosomatiche nei figli di divorziati rispetto ai figli di coppie integre. Ma basta vaandare nel sito della prestigiosa Mayo Clinic per leggere che in caso di divorzio «un bambino piccolo può avere una regressione comportamentale, tipo riprendere il ciuccio e bagnare il letto. Può intervenire un’ansia da separazione. Un bambino grande può avere un misto di emozioni: rabbia, ansia, dolore o magari sollievo. La rabbia può diventare depressione».  Il divorzio, insistevano, provoca rischi importanti per i figli, dato che il 25% di loro avrà problemi comportamentali e scolastici contro il 10% dei figli di coppie ancora sposate (JB Kelly, Oxford University Press, 2012); questi dati tengono conto del 'clima' pre-divorzio di cui parleremo tra poco e, dunque, sono scremati da errori e attendibili. Per lo psicologo texano Carl Pickhardt (www.psychologytoday.com, 2012), il divorzio è un crocevia irreversibile per i figli, e il difficile è proprio convincerli della sua irreversibilità, quando il figlio di solito fantastica e si illude che i genitori tornino insieme. Per le adolescenti femmine è più probabile avere reazioni di ansia, mentre per i maschi avere aggressività e rabbia. Il che non significava, per i vescovi, non comprendere i fallimenti matrimoniali, ma includere nelle valutazioni anche il punto di vista dei bambini. Un po' come ha fatto la piccola Emma dello spot di Esselunga. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA