LA GIORNATA

Il Papa a Venezia, visita al carcere femminile della Giudecca: «Nessuno tolga dignità alle persone». Ai giovani dice: non restate sul divano

Bergoglio alle detenute: "Avete un posto speciale nel mio cuore"

Il Papa a Venezia, visita al carcere femminile della Giudecca: «Anche io ho errori di cui farmi perdonare»

Il Papa ai giovani: "Alzati e vai, non restare sul divano"

Il Papa, nell'incontro alla Salute, ha invitato i giovani ad «alzarsi. Alzarsi da terra, perché siamo fatti per il Cielo. Alzarsi dalle tristezze per levare lo sguardo in alto. Alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano». «Alzati e vai», ha ripetuto più volte il Papa ai giovani di Venezia e di tutto il Triveneto, facendolo ripetere anche ai giovani. «Avete pensato che cosa è un giovane tutta la vita seduto su un divano?», «ci sono divani diversi che ci prendono e non ci lasciano alzare». «Ognuno ha un tesoro da condividere con gli altri», «questo non è autostima, è realtà», ha detto il Papa ai ragazzi.

I giovani: è un giorno di festa

«Santo Padre, la ringraziamo per la sua presenza di oggi, qui tra i giovani delle 15 diocesi del Veneto. L'abbiamo accolta come ci ha aveva chiesto lei in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù: facendo rumore, cantando e applaudendo». Così i ragazzi e le ragazze radunati in campo della Salute a Venezia per incontrare Papa Francesco l'hanno salutato, dopo uno scroscio di applausi sulle note di Emmanuel, dopo il suo ingresso sulla papa mobile, insieme al patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.

 

 

Il Papa invita l'arte a fare «rete»

Il Papa invita l'arte a fare «rete», «collaborando per liberare il mondo da antinomie insensate e ormai svuotate, ma che cercano di prendere il sopravvento nel razzismo, nella xenofobia, nella disuguaglianza, nello squilibrio ecologico e dell'aporofobia, questo terribile neologismo che significa 'fobia dei poverì. Dietro a queste antinomie c'è sempre il rifiuto dell'altro. C'è l'egoismo che ci fa funzionare come isole solitarie invece che come arcipelaghi collaborativi», ha detto il Papa parlando agli artisti nella sua visita alla Biennale di Venezia. «Vi imploro, amici artisti, immaginate città che ancora non esistono sulla carta geografica: città in cui nessun essere umano è considerato un estraneo. È per questo che quando diciamo 'stranieri ovunquè, stiamo proponendo 'fratelli ovunquè», ha sottolineato ancora Papa Francesco.

Il Papa: uscirò più ricco da questo cortile

«Care sorelle oggi tutti usciremo più ricchi d questo cortile.

Forse quello che uscirà più ricco sarò io». È stato a queste parole del Papa che nel cortile del carcere della Giudecca, prima tappa del Pontefice a Venezia, è scattato il primo applauso. Alcune delle donne avevano gli occhi lucidi. Le detenute hanno poi fatto dono al Santo Padre di alcuni dei prodotti che realizzano nei laboratori del carcere: saponi naturali, bagno schiuma, ed anche una nuova papalina bianca, che Francesco ha messo subito al posto della propria.

Un posto speciale nel "mio cuore"

Il primo incontro del Papa a Venezia è con le detenute della Giudecca: «Ho desiderato incontrarvi all'inizio della mia visita a Venezia per dirvi che avete un posto speciale nel mio cuore. Vorrei, perciò, che vivessimo questo momento non tanto come una 'visita ufficialè del Papa, quanto come un incontro in cui, per grazia di Dio, ci doniamo a vicenda tempo, preghiera, vicinanza e affetto fraterno. Oggi tutti usciremo più ricchi da questo cortile, forse chi uscirà più ricco sarò io, e il bene che ci scambieremo sarà prezioso», ha detto Papa Francesco. «È il Signore che ci vuole insieme in questo momento, arrivati per vie diverse, alcune molto dolorose, anche a causa di errori di cui, in vari modi, ogni persona porta ferite e cicatrici. E Dio ci vuole insieme perché sa che ognuno di noi, qui, oggi, ha qualcosa di unico da dare e da ricevere, e che tutti ne abbiamo bisogno», «ognuno di noi ha una propria singolarità, un dono per offrirlo e condividerlo», ha detto il Papa nel suo primo discorso a Venezia.

Il Papa: «Il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, vi generano tanta sofferenza»

«Il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza». Lo ha detto il Papa alle detenute della Giudecca a Venezia invitando a «non togliere la dignità a nessuno». Il carcere «può anche diventare un luogo di rinascita, morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è "messa in isolamento", ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità».

Papa Francesco è a Venezia. «Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, io anche, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita. Cari amici e amiche, rinnoviamo oggi, io e voi, insieme, la nostra fiducia nel futuro». Lo ha detto nel discorso alle detenute al carcere della Giudecca. «Non chiudere la finestra, per favore, sempre guardare al futuro, sempre guardare con speranza», ha aggiunto Papa Francesco. «Nessuno deve togliere la dignità alle persone», ha poi detto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA