Città del Vaticano – E' considerato ormai una sorta di fattore 'S', quando la 's' indica l'iniziale del cognome: Shevchuck. Se i soldati russi vengono benedetti mentre vanno al fronte dal Patriarca ortodosso Kirill, allo stesso modo i militari ucraini impegnati nelle zone più devastanti del conflitto ricevono ogni giorno un potente messaggio spirituale di incoraggiamento dal capo della Chiesa greco cattolica, i cosiddetti 'uniati' fedeli a Roma: monsignor Sviatoslav Shevchuck, il giovane arcivescovo maggiore, guida spirituale per la stragrande maggioranza degli ucraini cattolici, il quale diffonde attraverso i social un messaggio in diverse lingue per tenere alto lo stato d'animo e non far perdere la speranza ai fedeli. Si tratta di riflessioni che vengono lette e passano di persona in persona, come una sorta di catena di sant'Antonio assai potente. Li sprona, li incita, li incoraggia a non abbattersi. La parola d'ordine è resilienza.
A fine giornata l'arcivescovo maggiore – che da tempo avrebbe dovuto avere il rango di cardinale ma finora è sempre stato escluso dai concistori di Papa Francesco per non irritare il Patriarca Kirill – trasmette fiducia e speranza. La prima cosa che cita sempre nei messaggi è la figura di Cristo, annotando di seguito la data e il giorno esatto in cui è scoppiato il conflitto.
L'ultimo dispaccio relativo al 224esimo giorno della “terribile guerra” annota che «il nemico ha attaccato l'Ucraina con 9 missili da crociera, ha effettuato 6 attacchi aerei, ha fatto 56 attacchi con i lanciarazzi multipli di vario tipo.
Monsignor Shevchuck ammette che la guerra si sta trasformando in una guerra di logoramento. Dunque, evidenzia la necessità di non permettere «al nemico di sottrarre a ciascuno di noi le nostre forze vitali» e «perseverarci dal logoramento in questa guerra».
L'ultimo dispaccio lo ha dedicato al tema della resilienza definita la «capacità di cadere e rialzarsi, di ammettere gli errori, di correggerli, di imparare da essi. Umilmente, ancora e ancora. E inoltre non giudicare coloro che ci sono vicini, che a volte vacillano e si smarriscono. Al contrario, aiutiamo loro ad alzarsi, a imparare una lezione, a correggersi. Così, tutti insieme, dimostriamo di resistere. La resilienza che condividiamo, in noi sta crescendo. La resilienza è il senso dei valori e del contenuto. Ecco perché ripetiamo ancora e ancora che Dio è con noi, la verità è con noi, la vittoria è con noi. Siamo sulla nostra terra e lottiamo per la nostra libertà, per il nostro futuro libero».
«Allora – prosegue - non ci perdiamo d'animo, non perdiamo la speranza, non lasciamo che il nemico, attraverso le sue bugie e propaganda, ci rubi le linee guida della verità. Non diamo a nessuno la verità per la quale lottiamo oggi e che è la fonte della nostra stabilità. Oggi chiediamo: Dio, benedici l'Ucraina! Dio, aiutaci a resistere in questa battaglia! Dio, Tu sei la fonte della nostra energia, del nostro coraggio, sei un Dio misericordioso che, quando cadiamo, è il primo a precipitarsi a rialzarci! Tu sei la fonte della misericordia della vita e dell'amore. Sii vicino a noi! Rendici forti!!»