Terni, «Mancano 650 mila euro per centri semiresidenziali e assistenza disabili»

Terni, «Mancano 650 mila euro per centri semiresidenziali e assistenza disabili»
di Lorenzo Pulcioni
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Lunedì 3 Agosto 2020, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 23:19
Tagli in vista per centri diurni e assistenza domiciliare delle persone con disabilità. Lo scrive nel piano di rientro indirizzato al Comune di Terni il direttore del distretto di Terni dell'Ausl Umbria 2, Stefano Federici: «Prevedibile deficit di circa 650 mila euro, distribuito nelle tre aree di intervento (anziani, disabili adulti e minori), non sostenibile esclusivamente con le risorse economiche dei fondi Prina» si legge nel piano di rientro.

Si tratta dei servizi socio-sanitari di anziani e disabili, adulti e minori, previsti da agosto a dicembre 2020. La proiezione dell'impegno economico di fine 2020, infatti, raggiunge la cifra complessiva di 2 milioni 150 mila euro, comprensiva sia di assistenza diretta che indiretta. Ma i fondi del Piano regionale integrato per la non autosufficienza (non ancora deliberati dalla Regione) per il 2020 arrivano alla cifra presunta di 1 milione 505 mila euro. «Qualora non venissero assicurati ulteriori fondi sociali - dice l'Ausl - sarà necessario procedere alla rimodulazione dei servizi a partire dal mese di agosto» L'Ausl cercherà di garantire il mantenimento fino a fine anno dell'assistenza indiretta e di tutto ciò che riguarda la gravissima disabilità. I 650 mila euro di assistenza non garantita dai fondi Prina riguardano, nel dettaglio, 180 mila euro di assistenza domiciliare per gravissime disabilità, 130 mila euro di assistenza domiciliare non gravissime e 340 mila euro di assistenza semiresidenziale.

Opposizioni all'attacco. Per il capogruppo del PD, Francesco Filipponi: «Il governo del cambiamento, della discontinuità, sta mostrando la sua vera faccia anche nel sociale. Oggi abbiamo chiaro cosa voglia dire in Umbria e a Terni il cambiamento. La Regione dell'Umbria che in passato aveva assicurato per la Asl di Terni 2 milioni e 150 mila euro ora si è fermata a un milione e mezzo. La Asl ha già fatto sapere che con 650 mila euro in meno dal mese di agosto applicherà i tagli conseguenziali. Il prospetto dei minori trasferimenti dalla regione al territorio ternano è drammatico. Si tratta di tagli scandalosi, che lasceranno decine e decine di ternani e di famiglie ternane in gravissime difficoltà. Ci viene il sorriso amaro se pensiamo a tutta la retorica della Lega sulla famiglia e su prima i Ternani. La verità è che a Perugia sono stati chieste poltrone e doppi incarichi ma non il rispetto di Terni, dei suoi anziani, delle persone disabili». «L'inerzia dell'amministrazione dinanzi alle scelte della Regione sono sempre più evidenti - rincara il consigliere del M5S Luca Simonetti - rispetto ad una previsione di spesa di 2,1 milioni, la Usl Umbria 2 rende noto al sindaco che la Regione stanzierà esclusivamente un milione e mezzo. La soluzione? Ridurre l'erogazione dei servizi a discapito delle persone con disabilità. Scelte che penalizzano sistematicamente la nostra città e in questo caso purtroppo chi ha già abbastanza problemi».

L'assessore al welfare, Cristiano Ceccotti, rassicura: «I fondi ci sono, la maggiore spesa è definita dalla rimodulazione dei servizi. E' aumentata l'assistenza scolastica, ma troveremo le procedure per avere i servizi. Ci stiamo attivando per avere servizi mirati e attinenti al tipo di difficoltà che stiamo vivendo. Penso ad esempio alla rimodulazione del bando dei centri estivi per bambini con disabilità. In questa fase dovremo concentrarci anche sulla riapertura della scuola, considerato anche che ad oggi non ci sono grossi chiarimenti da parte del governo». Una risposta che non convince Filipponi: «Giri vuoti di parole per giustificare l'ingiustificabile parlando di rimodulazione e riorganizzazione dei servizi. Fumo negli occhi per mascherare i tagli. Il partito democratico chiede al sindaco Latini di fare gli interessi di Terni, chiede di chiamare la presidente Tesei e magari di non parlare di nomine ma di riassegnare subito le risorse mancanti per il sociale. La disabilità, l'assistenza alle persone in difficoltà soprattutto per problemi di salute e di età non può essere scaricato sulle famiglie che già fanno tantissimo per garantire una funzione sociale».
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