Elezione del presidente
il "magic number" 17
e lo spettro di Di Girolamo

Leonardo Latini
di Sergio Capotosti
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Martedì 17 Luglio 2018, 12:10 - Ultimo aggiornamento: 12:30
E' 17 il "magic number" che la maggioranza cercherà di raggiungere domani, in occasione dell'elezione del presidente del Consiglio comunale. I 22 voti che servono alla seconda votazione, due terzi dei consiglieri, difficilmente si troveranno. Anche volendo non ci sono perché la maggioranza ha 21 consiglieri, di cui uno, Paolo Cicchini, è in ferie e non rientrerà prima di settembre. Sebbene ieri si siano registrati dei segnali di apertura da parte delle opposizioni, prima dal consigliere comunale di Senso civico Alessandro Gentiletti, poi dal capogruppo del Pd, Francesco Filipponi, è difficile immaginare che il voto di domani sblocchi l'impasse che si è creato, anche perchè pare che si registreranno altre assenze giustificate oltre a quella di Cicchini. Magari tra schede bianche o nulle si capirà quanto siano distanti maggioranza e opposizione, e quanto il malcontento in casa della Lega sia gestibile o meno, ma il vero test è raggiungere, almeno, 17 voti, quelli che risulteranno sufficienti per eleggere il presidente alla terza votazione, in programma per giovedì. Il candidato della coalizione resta Francesco Maria Ferranti di Forza Italia. Esponenti di FI hanno più volte ricordato al sindaco Leonardo Latini che Ferranti presidente è il frutto di un accordo nazionale che non può essere disatteso. In casa Lega, però, il ragionamento che viene fatto è un altro, con l'ingresso di Andrea Giuli in Giunta, i forzisti hanno tre assessori, perciò l'accordo è da rivedere. Il tira e molla andrà avanti fino a quando non sarà trovato un accordo. Per questo già da domani si potrà capire quanto le distanze si siano accorciate, tenedo a mente anche che già dalla prossima settimana altri consiglieri della maggioranza, almeno un paio, andranno in ferie e che entro la fine di agosto va approvato il bilancio riequilibrato. Approvazione che deve passare almeno con 17 sì, altrimenti salta il banco. «Latini - è l'osservazione che fa un ex esponente della maggioranza - ha fatto lo stesso errore di Di Girolamo quando è andato a prendere gli assessori fuori dal consiglio comunale. Così facendo ha già fatto del Consiglio un campo minato». E il primo a saltare in aria potrebbe essere Ferranti. 
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