Terni. Dalle cantine al palcoscenico, al Manini di Narni debutta "Changes"

COLLETTIVO MUSICA TEATRO 1971
di Giuliana Scorsoni
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Giovedì 4 Aprile 2024, 18:47 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 14:51

Partono le prime note di “Stairway to heaven” dei Led Zeppelin, al secondo accordo si fermano. Silenzio. Tutti si girano verso Paolo Scappiti, il deus ex machina di questo ensemble di musicisti. La testa fa cenno di si. Si può fare. Era il febbraio del duemilaventuno, nasceva così il: Collettivo Musica Teatro 1971”. Dieci elementi: cinque voci, un batterista, due chitarre, un tastierista e un basso. Nella vita fanno altro. Chi il dentista, chi il farmacista, chi commercia in biciclette e chi in orologi. Ci sono impiegati comunali, operai, un grafico, un blogger, un assistente dentista. Tutti uomini. Uniti da un unico comun denominatore: la musica. Vengono da varie esperienze, da gruppi musicali differenti. Hanno avuto percorsi musicali diversi, appartenuto a band più o meno conosciute sul territorio. Il progetto di Paolo Scappiti che li intriga, però, è diverso dal semplice gruppo che realizza cover, è quello di dare vita ad un vero e proprio spettacolo teatrale. Raccontare una storia che si snodi tra le note di quello che è stato un periodo storico musicale illuminato: Led Zeppelin, Genesis, Pink Floyd, The Clash, The Rolling Stones, U2, Peter Gabriel ed altri. Allora ecco entrare in gioco anche due donne: Alessandra d'Egidio, che cura i testi e Grazia Morace la regia. Il nuovo spettacolo debutterà al teatro Manini, a Narni, venerdì 5 aprile. “Changes”, il nome della piece. Non stanno più nella pelle. Il palcoscenico è il palcoscenico. L'emozione li divora. La storia è quella di un ragazzo di provincia che vive nell'era del cantautorato. Baglioni, De Gregori e si ritrova a Londra, nel suo primo viaggio fuori Italia. La Londra dei Duran Duran. Tutta un'altra musica, in tutti i sensi. Ne rimane stordito, affascinato. Il suo viaggio viene accompagnato da canzoni iconiche. Tenere a bada i dieci ragazzacci non è facile. Si scava nelle loro vite private, si va indietro nel tempo per sapere dove e quando è nata la loro prima nota cantata o suonata. Vengono fuori aneddoti e storie che non erano note neanche agli altri componenti la band. La parte del leone la fa Tonino Cuzzucoli: “Ho partecipato allo Zecchino d'Oro. Il Mago Zurlì sbagliava sempre il mio cognome!”. Una rivelazione che lascia a bocca aperta tutti gli altri.  “Anche io avevo smesso completamente – interviene Claudio Baccani, chitarrista – tra l'università, la moglie, il divorzio...a cinquantacinque anni ho ripreso lo strumento in mano. Non è stato facile, ma grazie a Paolo sono qui”. “Io cominciai nell'86 in un gruppo che, in italiano, si traduceva come: Le bestemmie. Esordimmo nell'oratorio della chiesa di Borgo Bovio”. Pure Andrea Dominici, impiegato comunale, non scherza sugli inizi della sua carriera musicale.  Andrea Guerini. “Sono andato a scuola di canto per la prima volta a quaranta anni”. Come diceva il maestro Manzi: “non è mai troppo tardi”. “Da adolescente cantavo in oratorio. Il mio dna mi ha inevitabilmente portato verso la musica. Nonno violinista, zia pianista. Ora mi ritrovo con altre quattro voci con le quali siamo in perfetta sintonia”. “All'inizio non ero convinto – si inserisce Alberto Cipolla, altro cantante, ma alla bisogna anche chitarrista e batterista, la sua passione – poi, Paolo, che è Stromboli, un vero vulcano in eruzione, mi ha convinto”. Arriva Emanuele Cordeschi, altro vocalist, il più giovane, solo trentacinque anni. “ Io il '71 non l'ho visto neanche in cartolina, ma i brani di quegli anni sono eterni”. A casa l'avevano messo a suonare in garage e lui si era costruito il microfono con un manico di scopa e sulla rampa di accesso vedeva folle di spettatori che lo osannavano. “Avevo tanta fantasia”.

Dotato di fantasia anche Michele Cricco.

Il suo primo strumento la padella di mamma, poi, ad otto anni è arrivata la chitarra classica e in seguito la musica jazz. “Quando Paolo mi ha contattato, la prima risposta è stata: no! Dopo cinque secondi ho subito cambiato idea”. Un altro che la famiglia aveva relegato in cantina è Mirko Brizi: il batterista.  “Siamo prima di tutto amici – ci tiene a precisare - non abbiamo mai litigato, d'altronde, io non riuscirei a suonare con persone con cui non sono in sintonia”. Arriva di corsa mangiando un pezzo di pizza. Il ritardatario è Gian Paolo Ionni. Lei canta?.  Il suo amore sono le tastiere. Scusi. “Però suono anche il basso, ma non voglio togliere il posto a Scappiti”. . Nella vita quotidiana faranno anche altri mestieri, ma la serietà che ci mettono durante le prove è da veri professionisti. La ricreazione è finita. C'è la prova generale. Silenzio.

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