Sono sempre di più gli umbri (imprese e singoli cittadini) che chiedono di sciogliere così il contenzioso con gli operatori delle comunicazioni. In testa, per forza di cose, finiscono le compagnie telefoniche (servizi per fisso o mobile non fa differenza) e le televisioni a pagamento, con la telefonia che fa la parte del leone.
Secondo i numeri del Comitato presieduto da Mario Capanna, il 2013 sarà l’anno dei record visto che le proiezioni parlano di tremila pratiche che verranno aperte per contestare bollette, servizi sospesi senza preavviso, contratti non trasparenti e fatture non giustificate. Una partita che ha anche un valore economico che il Corecom, sempre sul fronte delle stime, indica superiore al milione di euro.
Una tombola che, in genere, finisce nelle tasche di imprese e singoli utenti visto che nel 95 % dei casi, che siano conciliazioni o controversie definite, sono loro che vincono il braccio di ferro.
COME FUNZIONA
«Gli utenti che hanno subito un abuso o hanno presentato, per qualsiasi motivo, un reclamo a una compagnia telefonica o televisiva, senza avere ottenuto il risultato atteso, possono rivolgersi-spiegano al Corecom- alle nostre sedi di Perugia e Terni- e chiedere l’avvio della procedura conciliativa, finalizzata alla composizione bonaria della controversia. La procedura è totalmente gratuita». Se il tentativo di conciliazione ha un esito favorevole, il conciliatore redige l’accordo, che valore come una sentenza. Se il tentativo di conciliazione ha un esito negativo,anche in parte, chi ricorre può rivolgersi al giudice ordinario o, entro tre mesi, chiedere al Corecom di decidere la controversia. La decisione del Corecom ha il valore di un ordine dell’autorità amministrativa e, quindi, obbliga la parte che soccombe a eseguire quanto stabilito.
Sia nel corso del procedimento di conciliazione, che nel corso del procedimento di decisione della controversia l’utente può anche richiedere provvedimenti temporanei per garantire la regolare fornitura del servizio o la cessazione di gravi comportamenti abusivi dell’operatore. Insomma, chi si ritrova con il telefonino muto può riottenere l’attivazione delle linea in attesa della decisione della controversia.
In genere le decisioni del Corecom sono molto veloci. I provvedimenti temporanei sono presi entro dieci giorni dalla richiesta e i tentativi di conciliazione vengono evasi in meno di un mese. Tra l’altro, per allargare la platea degli utenti, il Comitato ha attivato la possibilità di partecipare alle udienze in videoconferenza e tutti i fascicoli sono informatici. Per aprine uno basta una e-mail.
I NUMERI
Nel corso del 2011 le richieste di intervento del Corecom sono state 1.988 che sono salite a 2.366 l’anno scorso. I primi sei mesi del 2013 hanno visto arrivare al Comitato 1.376 nuove pratiche con una crescita, rispetto allo stesso periodo del 2012, pari al 14%, un dato che porta la proiezione dei ricorsi a quota tremila.
I SOLDI
Il valore economico in favore degli utenti delle decisioni assunte dal Corecom ha raggiunto, nel corso del 2012 i 784.560 euro, con una proiezione per l’anno in corso superiore al milione di euro.
I CASI
In testa alla classifica delle controversie che prendono la strada dei tentativi di conciliazione c’è la mancata o parziale fornitura del servizio da parte di pay-tv o aziende della telefonia, seguiti dalle spese non giustificate e dalla interruzione o sospensione del servizio.
Si arriva alla lite stragiudizionale anche per l’inserimento di servizi non richiesti che causano un aumento dei costi in bolletta per gli utenti.
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