Perugia, San Marco fa festa con don Giuseppe. Mezzo secolo di sacerdozio e un appello: «Ridare al quartiere la familiarità di un tempo»

E' stato grafologo nei processi Andreotti, Garinei e Vitali

Don Giuseppe Cistellini
di Remo Gasperini
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Sabato 2 Settembre 2023, 09:17

Lui lo definisce un foglietto, in realtà è un elegante pieghevole, ma quello che più conta è il pur breve contenuto dal quale esce nitida la figura del parroco e dell’uomo Giuseppe Cistellini che oggi viene festeggiato a San Marco per il suo cinquantesimo di sacerdozio. “O signore liberami dal clericalismo, insegnami ad essere pescatore di uomini”, sono le prime parole del “foglietto” che scritte da uno del clero che ha visto sei vescovi e cinque papi hanno un senso profondo. Don Giuseppe, su questo e tutto il resto, la pensa come Papa Francesco: «Per me è stato una luce, uno molto più grande di me che mi ha confermato quello che sentivo. Qualche volta, di fronte a un certo clericalismo, viene la tentazione di lasciar via ogni cosa invece bisogna rimanere. Papa Francesco mi ha tolto ogni depressione. Questo percorso che ci sta indicando è una bussola, un faro provvidenziale per me». E sul “foglietto” l’altro concetto forte è l’aspetto umano che ripete più volte: «desidero essere umano, integralmente umano per essere cristianamente credibile…». “Quando sono arrivato qui - racconta della sua chiesa che compie giusti 90 anni, costruita da don Minestrini e ampliata del campanile e della scuola materna da don Mariani di cui è stato vice – San Marco aveva una fisionomia paesana, man mano si è integrata nel circuito cittadino e possiamo dire che gli sono rimasti i difetti della campagna si sono aggiunti quelli della città. Battute a parte, la San Marco che ho conosciuto aveva una forte spinta di solidarietà e di familiarità, cose delle quali oggi si sente la nostalgia.

Non è facile ricrearla ma mi consola il fatto che ora ci sono due associazioni, Gli Amici di Sant’Orfeo e il Centro socio culturale di Villa Van Marle guidate da persone ammirevoli che si impegnano moltissimo anche intorno alla parrocchia, fanno iniziative interessanti e coinvolgono molti giovani. Così ho la forza di andare avanti. Laureato in psicologia, il professor Cistellini ha insegnato lettere a Terontola poi all’istituto d’arte di Deruta («le pale dell’altare le ha fatte un mio collega, Monotti»), interessandosi anche di inserimento di studenti con disabilità. Poi un altro aspetto del suo essere umano è stato l’impegno come Consulente grafologo del tribunale. «Una delle prime perizie – ricorda - l’ho fatta a Jesi chiamato dall’allora pretore Giuseppe Petrazzini. Le perizie più “pesanti”? Il rapimento Garinei a Città di Castello, il testamento Vitali e un processo Andreotti poi scagionato. Eravamo al tribunale di Roma – racconta – di mezzo c’era la banda della Magliana, una giornata caldissima, Andreotti entrò scortato e appena dentro l’aula fece sorridere tutti con un “mi sembra di essere sotto una chioccia”. Domaniil parroco e uomo “pescatore di uomini” alle 18 avrà una chiesa piena poi tutti a festeggiare al Centro Socio culturale. Per l’omelia e la festa non ha preparato discorsi, impossibile spoilerare. Ma ci lascia un autoritratto citando Baglioni: «Io nella vita ho fatto un po' di tutto. Non so se ho fatto poco oppure tanto. Ma ho fatto a modo mio»

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