«Oltre agli interventi oncologici, - spiega la professoressa Elisabetta Costantini - ora si potrà tornare ad operare molte patologie di tipo funzionale che affliggono una larga parte della popolazione maschile e femminile, a partire dai prolassi più severi e complicati che tratteremo con la chirurgia laparoscopica e robotica». Le patologie di carattere funzionale rappresentano il 60% della disciplina urologica: prolasso degli organi pelvici (che colpisce il 33% delle donne sopra i cinquant’anni), incontinenza urinaria femminile (dal 35% al 50% nelle donne più anziane) e maschile (dal 3% all’11%), ipertrofia prostatica benigna (dal 50% al 70% dopo gli ottant’anni), calcolosi urinaria (dal 4% al 20% della popolazione) vescica iperattiva (17% della popolazione). «Insomma, – conclude la professoressa Costantini – dopo la pausa Covid-19, oggi si riparte con la marcia giusta e spero che questo inizio sia di buon auspicio per il futuro, per un ospedale che ha dimostrato di essere in grado di gestire brillantemente anche l’emergenza, grazie alla nostra dirigenza e alla professionalità dei nostri operatori sanitari. Molti degli infermieri di sala operatoria e del reparto di urologia hanno prestato servizio nelle unità Covid. A loro va il mio ringraziamento personale per il loro spirito di sacrificio ed anche per aver poi condiviso con noi la loro esperienza. E’ questo il significato della nostra professione e della nostra missione, la salute per tutti».
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