Pino Strabioli, direttore artistico del Mancinelli di Orvieto: «Ancora un anno di teatro da tutto esaurito»

Pino Strabioli, direttore artistico del Mancinelli di Orvieto: «Ancora un anno di teatro da tutto esaurito»
di Monica Riccio
4 Minuti di Lettura
Sabato 24 Dicembre 2022, 10:35

L'anno che vorrei.

Cosa chiede Pino Strabioli, da alcune stagioni direttore artistico del Teatro Mancinelli e di Orvieto Sound Festival, al nuovo anno?

«Sono molto soddisfatto di quello che ho seminato, di quello che ho raccolto, che raccolgo. Mi piacerebbe poter continuare a raccontare la cultura, il teatro, i libri in radio e in televisione, e continuare a fare teatro. E vista la mia esperienza di direttore artistico del Mancinelli di Orvieto vorrei che cresca sempre di più questo affetto verso la cultura, verso il bello, verso la relazione, verso il trovarsi insieme. Vorrei veder terminare questa guerra che ci vede un po' tutti coinvolti e non da ultimo vorrei che si abbattano le disuguaglianze, perché, dobbiamo ammetterlo, ce ne sono ancora troppe».
 

Quale momento, episodio, circostanza, ricorderà positivamente di questo 2022 che si sta per chiudere?
«Di questo 2022 il momento più bello, e lo diranno probabilmente in molti, è stata l'uscita dal Covid. E' stato un anno di rinascita, in qualche maniera, è stato un anno di ricostruzione, ecco mi auguro anche che non vengano disperse quelle cose buone che sono arrivate da un periodo così buio e cattivo come quello nel quale ci ha costretto il Covid, che ci ha spinto a stare un po' di più con noi stessi. Per quanto mi riguarda, per la mia esperienza personale, sicuramente il momento più bello è stato quando sono guarito proprio dal Covid. Ho contratto il virus in modo abbastanza pesante, non è stato facile, e quando l'ho superato senza ricovero anche se ero considerato un paziente a rischio, quello, si quello, è stato un momento davvero bello. Un momento prezioso e intimo che mi ha spinto a fare i conti con la vita reale e meno con la vita artistica, con le soddisfazioni professionali, con il successo. Devo dire che in questo 2022 ci sono stati tanti comunque momenti molto belli, ma su tutti voglio ricordare l'emozione di poter tornare anche io personalmente sul palcoscenico, perché starne lontano era davvero pesante. Un 2022 che voglio ricordare come l'anno della rinascita, del ritorno in palcoscenico, del ritorno degli spettacoli, tutti, anche quelli all'aperto, della ripartenza vera per noi artisti e per tutti coloro che lavorano nel mondo dello spettacolo. Adesso sta a noi, a noi tutti, mantenere e preservare quello che abbiamo riconquistato».
 

E quale momento invece vorrebbe cancellare e non portare con sé nel nuovo anno?
«In questo 2022 non ho avuto fortunatamente traumi personali (a parte il Covid) o familiari.

E' stato un anno che è scivolato via grazie ai rinnovati impegni, ai progetti, alle tante cose da far ripartire dopo l'esperienza grigia della pandemia. Se penso a cosa vorrei cancellare penso alle immagini della guerra, le immagini di questa guerra che stiamo vivendo. Vorrei cancellare davvero quelle immagini. Vorrei cancellare le immagini dei civili che sono morti per colpa della potenza della guerra, qualcosa di veramente terribile, vite distrutte da questo abominio che si chiama guerra. E' inaccettabile».

Per quanto riguarda Orvieto, fin qui può dirsi un successo la stagione del Mancinelli, che ha proposto e sta proponendo non solo gli spettacoli in cartellone che lei ha messo insieme in Sipario!, ma anche quelli più orvietani...

«E' giusto che ci siano anche questi momenti più orvietani come il concerto della Filarmonica Mancinelli e lo spettacolo della Compagnia Mastro Titta che hanno fatto in tutte le date il tutto esaurito. Tutto esaurito anche ieri per lo spettacolo di Pif. Bello, sono molto contento. E sono contento di questo rinnovato affetto per il teatro a Orvieto, ne abbiamo tutti bisogno».

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