Francesco Latini: "Sogno un 2023 in cui trionfino i valori più sani dello sport, ma anche di vedere la Ternana in serie A"

Francesco Latini: "Sogno un 2023 in cui trionfino i valori più sani dello sport, ma anche di vedere la Ternana in serie A"
di Paolo Grassi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Dicembre 2022, 00:20

Un anno che possa far voltare pagina allo sport. Che sia aggregazione, rispetto, amicizia e non si assista più a episodi di violenza. L'auspicio per il 2023 è questo, dalla voce di Francesco Latini, 33 anni, allenatore di calcio della Asd Nuova Accademia Terni, al centro di un grave episodio di violenza avvenuto il giorno di Pasqua, quando fu aggredito a calci e pugni dal padre di un calciatore avversario in un torneo per ragazzi. Rischiò, allora, persino danni renali, fortunatamente scongiurati. Da lui, sensazioni e ricordi dell'anno che se ne va ed auspici per quello che verrà.

Che anno è stato, in generale, questo 2002?

«E' stato sicuramente l'anno più complesso di tutta la mia vita.

Ma per molti aspetti. Anche a prescindere dalla brutta esperienza che ho vissuto a Pasqua. In generale, lo definirei un anno di crescita, sia sul campo professionale e calcistico, sia sul piano personale. Tutte le esperienze che ho avuto, positive e negative, mi hanno reso una persona più forte, più matura e più consapevole. Importante, per la mia attività nel calcio, è essere tornato a lavorare con i più piccoli».

Il ricordo più bello dell'anno che finisce?

«Ecco, per l'appunto, l'aver ricominciato ad allenare i bambini. Quello è stato l'aspetto del 2022 che conserverei. La cosa, infatti, mi ha fatto rimettere in gioco, mi ha portato a misurarmi di nuovo con me stesso e mi ha permesso di riassaporare sensazioni che non vivevo da tempo e avevo in un certo senso dimenticato. Naturalmente, anche il ritorno in campo dopo quello che mi era sucsesso. L'aver ricominciato il mio lavoro con i ragazzi del 2009 non appena ho avuto il via libera dai medici. E poi, mai dimenticherò i tanti attestati di affetto e solidarietà che arrivati un po' da tutti. Un aspetto davvero travolgente, da tantissime persone ma anche da tantissimi rappresentanti delle istituzioni, sia del mondo sportivo che di quello amministrativo. Tutto questo mi ha dato una grande forza».

Il momento peggiore, di tutto il 2022?

«Purtroppo, la risposta è troppo facile. E' stato a Cattolica, il momento in cui mi hanno trasferito al Bufalini di Cesena, quando sembrava che le cose stessero andando male e chi si dovesse fare questa operazione urgente. Per fortuna, non ce ne è stato bisogno».

Come fu, il ritorno in campo in quel pomeriggio di maggio?

«Bellissimo. Proprio perché in quei giorni lì, io sentivo ancora la vicinanza di tante persone, anche un mese e mezzo dopo l'accaduto. Una cosa per me gratificante. Mi ha dato una grande forza questo».

Cosa si aspetta, o cosa vorrebbe, dal 2023?

«E' un desiderio in po' utopistico, il mio. Ma è questo, poiché non ho mai smesso di sognare e di pensare che sia possibile ciò in cui credo. E' un pensiero che non dedico tanto a me, quanto al mondo in cui opero. Vorrei un 2023 in cui lo sport possa essere solo specchio di valori positivi, di amicizia, di fratellanza, di lealtà. Che, poi, sono valori che, purtroppo, la società in cui viviamo ha un po' perso. Siamo diventati frenetici, egoisti, nervosi. Non so se è stato per i due ani di pandemia, o per altri motivi. Ma a me piacerebbe che certi valori si riscoprissero, per ritrovare anche la voglia di aiutare il prossimo. Sul piano prettamente sportivo, invece, sapete cosa mi auguro? Una cosa sola, cioè che la Ternana ci regali finalmente la promozione in serie A».

© RIPRODUZIONE RISERVATA