Ad illustrare luci ed ombre dello stato di salute del Lago di Piediluco stamattina, a palazzo Bazzani, sono intervenuti Alessandra Paciotto, presidente Legambiente Umbria, Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente e Fabrizio Bellini, assessore all'ambiente della Provincia di Terni.
“Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione, non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento - spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente. Un monitoraggio che individua le situazioni ancora irrisolte e offre gli elementi e i dati per avviare un costruttivo confronto con le amministrazioni e gli enti preposti, approfondirne la cause e valutare le possibili soluzioni".
I campioni sono stati prelevati nel territorio che ricade all’interno del Comune di Terni, in località Piediluco. A destare maggiori preoccupazioni il prelievo effettuato presso Braccio Ponticelli, nel canale a sinistra del Rio Medio Nera. Dalle analisi dei tecnici di Legambiente infatti, le acque qui campionate sono risultate inquinate. Buoni invece i risultati delle analisi condotte sempre presso Braccio Ponticelli, ma prelevate nell’area sotto il cimitero vecchio: i livelli micro batteriologici del campione sono conformi alla normativa vigente. Segnali positivi emergono anche dall’esame delle acque campionate presso il Braccio di Ara Marina, di fronte al Centro Na-zionale Remiero che hanno evidenziato risultati entro i limiti di legge.
Anche il campione prelevato presso all'estremità sud del Braccio Cornello, supera l’esame dei biologi di Le-gambiente: in questo punto sono stati riportati infatti valori batteriologici nella norma.
“Guardando allo stato di salute del lago di Piediluco e ai risultati che presentiamo oggi - dice Alessandra Paciotto, presidente Legambiente Umbria - possiamo affermare che occorre ancora intervenire in modo efficace sui carichi inquinanti soprattutto quelli provenienti dal canale del Medio Nera e dal reatino, per renderli compatibili con le capacità di autodepurazione del lago. In mancanza di interventi efficaci rimane alto il rischio di compromettere irreversibilmente la vita acquatica. In questo senso - conclude Paciotto - crediamo che solo attraverso la messa a sistema del patrimonio di tutte le risorse idriche presenti nel territorio e la costituzione di una Rete delle aree protette e dei parchi, ovvero di un grande parco interregionale delle acque, sia possibile ripensare un vero progetto di riqualificazione e rilancio di tutta l'area".