«Diritto allo studio e barriere architettoniche la mia "battaglia" di civiltà col sorriso»

Intervista al musicista perugino Andrea Tomassini, vittima di un'ischemia prenatale, che lunedì compie 20 anni. Grazie alla musica e alla sua lotta per l'inclusione è diventato un esempio di passione e tenacia per tutti. I nodi aperti del "dopo di noi"

Il musicista perugino Andrea Tomassini
di Fabio Nucci
4 Minuti di Lettura
Domenica 26 Novembre 2023, 08:56

PERUGIA - A venti anni, che compirà lunedì, si destreggia con abilità tra gli impegni universitari e la tastiera del suo inseparabile pianoforte. Ma quello musicale non è l’unico tasto che Andrea Tomassini, musicista perugino vittima di un’ischemia prenatale, ama pigiare. Il suo impegno nel tema del “dopo di noi” e della qualità della vita delle presone con disabilità sono diventati un simbolo per molte persone e non necessariamente nelle sue stesse condizioni. Un esempio di tenacia e positività, perché anche di fronte a porte chiuse o “battaglie” sospese, specie quelle per l’inclusione, lui è sempre pronto ad affrontare la vita col sorriso.

Andrea innanzitutto auguri da parte della nostra redazione. Hai un pensiero particolare in questo giorno speciale?

«Grazie. No, niente di straordinario, ci tengo solo a ringraziare tutti coloro che fino ad ora mi hanno supportato e che continuano a supportarmi (chi mi conosce meglio anche sopportandomi) per quello che sono e per quello che faccio».

Che progetti hai per il tuo futuro?

«Innanzitutto, ho intenzione di portare avanti il percorso di studi intrapreso all’Università (Andrea frequenta Lettere moderne, ndr). Poi mi piacerebbe proseguire anche quello di autore e musicista».

Grazie alla musica, sei diventato un esempio di tenacia, forza e positività, qual è la cosa che ti ha fatto più piacere sentirti dire rispetto a questo?

«Nulla di particolare. Mi rende felice già semplicemente sapere che qualcuno mi consideri un esempio da seguire, perché credo che tutti noi siamo esempi, sta agli altri decidere se seguirci o meno».

Le tue riflessioni sulla disabilità hanno aperto un confronto anche istituzionale e molto ti sei molto battuto per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per il diritto allo studio.

«Siamo sulla giusta strada, ma non bisogna fermarsi. Sono dei temi estremamente importanti, quindi meritano la giusta attenzione. Mi auguro che si continui a lavorare insieme alle istituzioni per garantire risultati concreti».

Con l’ateneo hai intrapreso un percorso a sostegno dell’inclusione. Quali risposte hai avuto e quali impegni sono stati presi al riguardo?

«Ho ricevuto risposte positive, soprattutto con il servizio di trasporto della Misericordia di Perugia e Olmo e con il servizio di assistenza alla persona erogato dal Comune di Perugia attraverso i servizi sociali, che mi permettono di frequentare tranquillamente le lezioni in presenza».

Di recente abbiamo pubblicato un tuo profondo intervento sul “Dopo di noi”, che tipo di riscontro hai avuto e che cosa ti aspetti da enti e soggetti impegnati in tale ambito?

«Purtroppo non ho ancora nessun riscontro concreto, ma resto fiducioso che insieme alle istituzioni si possa costruire un progetto solido.

Come ribadito nell’articolo da me scritto si potrebbe provare, ad esempio, a creare un rapporto di collaborazione con Regioni che su tale versante sono nettamente più avanti. Una su tutte l’Emilia-Romagna, così da assicurare un futuro come si deve per i ragazzi con disabilità anche in Umbria».

Sei sempre impegnato e in fermento anche a livello musicale, stai lavorando a qualcosa di nuovo?

«Certo. Per il prossimo anno ho in programma di pubblicare un album musicale che conterrà anche il nuovo singolo. L’album sarà promosso ad un evento sulla falsariga di quello organizzato per il mio diciottesimo compleanno e di quello tenutosi al festival dei Tramonti. Mi auguro che quel giorno ci possano essere tante persone a supportarmi, così come io supporterò loro con la mia musica».

Per il tuo compleanno che desiderio vorresti esprimere?

«Prima di tutto, di passare un giorno felice, come sono stati quelli fino ad ora e spero possano essere quelli a venire. In realtà non ho un vero e proprio desiderio, se non quello di raggiungere i miei obiettivi di vita e, anche per quelli che non riuscirò a raggiungere, di trovare sempre il sorriso, che almeno sarà valso il tentativo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA