Perugia, Andrea Tomassini: «Il mio sogno, vedere una città aperta e inclusiva»

Andrea Tomassini col papà Mirco
di Fabio Nucci
4 Minuti di Lettura
Domenica 1 Gennaio 2023, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 11:12

PERUGIA - Attraverso la musica ha veicolato un messaggio di speranza; con la tenacia con cui ha superato l’esame di maturità e iniziato gli studi all’università ha fornito una lezione di vita. Per Andrea Tomassini, musicista perugino di 19 anni vittima di un’ischemia prenatale, nel 2021 iscritto nell’albo d’oro della città, si chiude un anno con tanti momenti da ricordare e per il 2023 l’augurio è che ognuno possa realizzare i suoi sogni, partendo da “ciò che non ci manca”. Quello più grande, avere una città veramente a misura di tutti.

Andrea, che anno è stato per te questo 2022?

«È stato un anno importante. A gennaio abbiamo cominciato a lavorare al videoclip del mio secondo singolo “Il Tempo di un Secondo”; a giugno ho conseguito il diploma di maturità con il massimo dei voti; a metà luglio è uscito, sul mio canale Youtube, il videoclip che ha riscosso un grande successo. A settembre, poi, sono stato invitato in Parlamento, ho avuto l’onore di conoscere di persona Ezio Greggio e ho iniziato l’università, un bel passo in avanti per la mia formazione».

Cosa ti ha dato più soddisfazione e cosa ricorderai di più dell'anno trascorso?

«Il 100 e lode alla maturità sarà difficile da scordare, così come il momento in cui Greggio mi è venuto incontro per stringermi la mano. Mentre ciò che mi ha dato più soddisfazione probabilmente è stata la pubblicazione de “Il Tempo di un Secondo”, sia per il significato che la canzone vuole trasmettere, sia per come è stato realizzato il progetto costruito attorno ad essa».

Tramite la musica hai lanciato un messaggio coraggio a tante persone, che progetti hai in futuro?

«Non amo fare spoiler. Dico solo che un artista ha sempre qualcosa in serbo, quindi si tratta solo di aspettare. Ovviamente sono molto contento di essere riuscito a trasmettere tenacia, coraggio e speranza attraverso la musica e spero di riuscire a fare lo stesso in futuro. Comunque, in questo senso, sono convinto di essere sulla giusta strada».

Dal calendario del tuo progetto socio-musicale ai video, le persone rispondono sempre con affetto a ogni iniziativa. Cosa vorresti dire anche a chi non riesce a interagire con te?

«Innanzitutto vorrei ringraziare di cuore tutti per il sostegno, lo apprezzo molto.

Ciò che mi sento di dire, anche a chi non mi segue, è che credo ci debba essere sempre uno scambio reciproco di affetto nei rapporti umani altrimenti, forse, non sarebbero degni di essere chiamati così».

Con la tua famiglia stai portando avanti la questione disabilità all'Università, cosa ti aspetti?

«Penso che noi stiamo facendo la nostra parte, ora attendiamo degli sviluppi. Ho fiducia in tutti coloro che si sono offerti di darci una mano da questo punto di vista, anche perché, come si dice, “l’unione fa la forza!”».

Cosa proporresti per avere una città e una regione migliori?

«Purtroppo o per fortuna, non sono nessuno per potermi occupare direttamente di tali questioni. Ciononostante credo possa essere una buona cosa favorire un senso di comunità promuovendo l’inclusione sociale, come una grande famiglia allargata che sappia valorizzare le diversità di ciascun membro e che non si deve disunire nei momenti di difficoltà, ma deve rimanere unita per il bene comune».

Un tuo auspicio per il 2023?

«Un anno che finisce porta sempre con sé momenti belli e meno belli e credo sia importante imparare a fare tesoro anche di questi ultimi: ci fanno apprezzare di più ciò che conta veramente. Continuiamo a vedere la guerra, per riscoprire quanto siano preziose la pace e la vita umana; abbiamo visto gli effetti dei rincari energetici, per comprendere quanto sia prezioso il risparmio in un momento difficile come questo; abbiamo visto gli effetti delle alluvioni in tutta Italia, per comprendere quanto sia preziosa la messa in sicurezza del territorio. Soprattutto credo sia fondamentale andare sempre alla ricerca di qualcosa che possa farci star bene, magari partendo da noi stessi, da ciò che non ci manca, concretamente e non, per realizzare i nostri sogni. E che il nuovo anno possa portare tanta gioia e serenità a tutti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA