Terni, dietro le quinte delle dimissioni del sindaco
spunta il conflitto tra istituzioni

di Vanna Ugolini
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Mercoledì 31 Gennaio 2018, 16:00
Terni La lettura viene alla fine, quando ormai i fogli degli appunti sono piegati in tasca e le luci delle telecamere sono spente.
Il sindaco Di Girolamo se ne va ma risponde all'aultima domanda. Cosa non ha funzionato se un Comune con un dissesto tutto sommato contenuto non è riuscito a frenare la caduta libera e portare i ternani nel baratro delle tasse e delle tariffe al top?
Il sindaco saluta e si ferma un attimo a spiegare mentre alle spalle l'assessore Sandro Corradi annuisce e conferma. Al di là dei tecnicismi quello che Di Giorolamo sembra voglia far capire è che la Corte dei Conti, (anche in confronto ai dissesti ben più gravi di altre città), ha avuto un atteggiamento di rigidità. Si capisce, anche se Di Girolamo non lo dice, che tutte quelle bocciature non se le era aspettate, che, forse, le indicazioni erano state altre e qualche rassicurazione, magari, era pure arrivata. Invece il finale è amaro per un uomo che rivendica la sua onestà e il suo rispetto delle regole ma che non può negare che le voci all'attivo di questa sua seconda esperienza da sindaco sono molto poche e hanno un peso specifico leggero in una città così gravemente segnata dalla crisi industriale ma anche dalla incapacità - o mancanza di volontà - di una progettazione visionaria e di più lungo respiro. Si è scelto il passo lento dell'orizzonte quotidiano ma a volte è proprio questo - piuttosto che una grande catastrofe - che spegne una città.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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