Maggioranza, dieci giorni per risolvere la crisi o Mastrangeli va a casa

Mastrangeli la sera della vittoria, 29 giugno 2022
di Gianpaolo Russo
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Lunedì 18 Marzo 2024, 08:09

Dieci giorni per sapere se l'amministrazione Mastrangeli avrà un futuro o meno. Si vota il bilancio in aula e lì si decideranno, con tutta probabilità, le sorti della crisi politica. I partiti e le forze in campo del centro destra avranno quindi questo periodo per far quadrare il cerchio e risolvere una crisi che si trascina da 21 mesi. L'amministrazione Mastrangeli, infatti, da quando si è insediata ha mostrato crepe e fratture che ora sembrano insanabili e che sta portando alle lacerazioni delle ultime ore. Il sindaco più volte in passato ha ripetuto: «Non sono disposto a farmi logorare, tutt'al più si torna a votare e mi ricandido». La situazione, però, non è migliorata. Anzi: il logoramento continua, la vicenda del "videogate" ne è la riprova e le dimissioni di Alessandra Sardellitti confermano la crisi.

I MALUMORI

Le prime crepe nascono all'indomani dell'intesa politica con la lista Vicano durante il ballottaggio. Un accordo che prevedeva l'appoggio di Vicano e i suoi nell'ultima sfida con Domenico Marzi. Non decisivo ai fini della vittoria larga che ebbe Mastrangeli ma mal digerito dai suoi (specie dalla stessa lista Mastrangeli) che ha dovuto cedere un posto in giunta per fare spazio ad Alessandra Sardellitti, l'esterna che in campagna elettorale dopo la fuoriuscita dal Pd, aveva sostenuto il candidato Vicano con il gruppo di Azione. Con ben tre eletti in consiglio la lista Mastrangeli non ha espresso un assessore. Inevitabili i primi mal di pancia con Anselmo Pizzutelli e Maria Antonietta Mirabella della lista Mastrangeli che iniziano ad assumere posizioni critiche e divergenti su diverse tematiche amministrative. Giovanni Bortone, capogruppo della Lega, assume un atteggiamento critico verso molte pratiche. Poi anche il presidente del consiglio, Massimiliano Tagliaferri della lista Ottaviani ha incalzato giunta e primo cittadino. Quindi un documento programmatico non sottoscritto da Pizzutelli e Bortone porta il sindaco a togliere loro alcune deleghe.

RIMPASTO MANCATO

Ben presto i malcontenti riguardano anche Pasquale Cirillo consigliere eletto nella lista Frosinone Capoluogo che assume posizioni critiche e non partecipa spesso ai consiglio comunali in segno di disappunto. Al centro di questa decisione il cambio dell'assessore Maria Rosaria Rotondi rivendicato dallo stesso Cirillo che chiede al sindaco una sostituzione promessa, ma mai avvenuta. Seppur in maniera più velata non sono mancate posizioni divergenti anche dal consigliere Sergio Crescenzi di Fratelli D'Italia mentre l'azzurra Cinzia Fabrizi in consiglio comunale non si è praticamente mai vista e si sono perse le tracce. Sempre in Forza Italia non sono mancati attriti anche con il capogruppo azzurro Maurizio Scaccia. Insomma una maggioranza di centro destra dilaniata al suo interno, con rapporti fortemente inclinati anche nella giunta comunale.

CHI L'HA VISTA

L'unico vantaggio di Mastrangeli è quello di avere un'opposizione di centro sinistra mai così debole che è talmente divisa anche lei al suo interno che manca di qualsiasi strategia politica volta a mettere in difficoltà l'attuale governo cittadino. Oggi ci prova: chiederà la convocazione di un consiglio straordinario su quanto accaduto dopo la fuga delle immagini dal comune di Frosinone per la sparatoria di via Aldo Moro. Nel centro destra si apre invece il dibattitto sulla successione della dimissionaria Sardellitti, chiamata in causa per il "videogate" - anche se formalmente estranea - e che ha lasciato l'incarico. Se l'accordo con il gruppo Vicano regge, lo stesso ex candidato sindaco potrebbe andare a fare l'assessore. In consiglio dovrebbe entrare Marco Sordi che nelle ultime elezioni fu il primo dei non eletti nella lista Vicano. Una partita a scacchi appena cominciata. Con il rischio di fare scacco matto alla prima mossa sbagliata.
Gianpaolo Russo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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