Thyssenkrupp, il Ceo Burelli: «Per Ast si cerca partner o compratore»

Thyssenkrupp, il Ceo Burelli: «Per Ast si cerca partner o compratore»
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Lunedì 18 Maggio 2020, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 22:08

Ast in fibrillazione per le voci di vendita di tutte le divisioni di ThyssenKrupp.  Il conglomerato tedesco Thyssenkrupp, al momento in difficoltà, ha in corso trattative con altri player internazionali del settore per il consolidamento della sua attività siderurgica in perdita.
Lo riferisce la Reuters citando una fonte vicina al dossier.

Secondo la Reuters i colloqui, che verranno svelati più avanti nel corso della giornata nell’ambito di un piano di rinnovamento della strategia, fanno seguito alla perdita di 372 milioni di euro che Thyssenkrupp Steel Europe — il più grande produttore tedesco di acciaio — ha registrato nella prima metà dell’anno fiscale.

L’aggiornamento dovrebbe accelerare lo smantellamento di Thyssenkrupp, un processo iniziato l’anno scorso in cui il gruppo ha inserito in sostanza la maggior parte delle sue divisioni, tra cui componenti auto, navi da guerra e costruzione di impianti sul blocco.

Intorno alle 11, il titolo del gruppo — che ha perso quasi i due terzi del suo valore negli ultimi 12 mesi dopo una serie di profit warning e il calo della fiducia degli investitori — avanza del 3,9%.


L’aggiornamento dovrebbe accelerare lo smantellamento di Thyssenkrupp, un processo iniziato l’anno scorso in cui il gruppo ha inserito in sostanza la maggior parte delle sue divisioni, tra cui componenti auto, navi da guerra e costruzione di impianti sul blocco.

 
Nel tardo pomeriggio sono arrivate anche le dichiarazioni del Ceo di ThyssenKrupp Italia, Massimiliano Burelli e i comunicati ufficiali di Tk. Le ipotesi che riguardano le acciaierie ternane sono due: un partner o una vendita per l'Ast , uno dei principali siti siderurgici d'Italia e d'Europa. Il gruppo tedesco lo ha comunicato in una
nota sul suo sito in cui aggiorna la sua strategia industriale. La società spiega che la sovracapacità in Europa è
strutturale e «perciò Thyssenkrupp sta verificando possibili soluzioni di consolidamento per l'acciaio ed è aperta a tutte le opzioni». La necessità di un consolidamento nel settore dell'acciaio si «è resa ancora più necessaria alla luce dell'emergenza coronavirus», sottolinea.
Lo scorso anno era fallita la fusione tra l'indiana Tata e il comparto acciaio di Thyssenkrupp per un veto della Commissione Ue. Per salvaguardare «la competitività del suo settore metallurgico Thyssenkrupp ha adottato recentemente il 'Piano per l'Acciaio 20-30', che prevede il taglio di 3.000 posti di lavoro, una ottimizzazione della rete di produzione e investimenti aggiuntivi per 800 milioni di euro per i prossimi sei anni».
«Per Ast, al momento abbiamo una sola certezza, verranno valutate tutte le opzioni capaci di garantire crescita e sviluppo a un'azienda come la nostra, che negli ultimi anni ha dimostrato di essere competitiva sul mercato e in grado di migliorarsi costantemente, anno dopo anno» ha quindi sottolineato l'amministratore delegato dell'acciaieria ternana, Massimiliano Burelli, in una lettera inviata ai dipendenti.
Concetto ripreso dalla stessa Ast in una nota ufficiale. «La nuova strategia - afferma - prevede l'individuazione delle soluzioni migliori per ogni singola azienda, tra cui Ast, poiché Thyssenkrupp ritiene che al di fuori del proprio perimetro potrebbero esserci opzioni migliori, in grado di rilanciare queste diverse attività. Tutte le opzioni saranno valutate con la massima attenzione, avendo come obiettivo quello di garantire lo sviluppo e la crescita».
Per il sindaco di Terni Leonardo Latini, invece, «le decisioni di oggi di Thyssenkrupp sono molto preoccupanti perché mettono di nuovo in discussione le prospettive del sito industriale ternano, che di fatto viene posto sul mercato, senza alcuna effettiva garanzia sul suo futuro».
Un'azienda, l'Ast, che ha alle spalle 136 anni di storia e attualmente poco più di 2.300 dipendenti, con un utile passato da +98 milioni di euro dell'anno fiscale 2017-2018 a -1,8 milioni del 2018-2019. Le acciaierie ternane, specializzate nella produzione di inox, sono in mano tedesca dagli anni '90.
Al 2004 risale invece la dismissione del reparto magnetico, al 2014 - dopo il tentativo di Tk di vendere ai finlandesi di Outokumpu, bloccato dall'antitrust europeo - l'ultima dolorosa vertenza. Protagonista fu l'allora amministratrice delegata Lucia Morselli, poi passata ad ArcelorMittal Italia. Dopo mesi di trattative al Mise e 36 giorni ininterrotti di sciopero, si arrivò al compromesso: oltre 300 esuberi volontari e mantenimento di tutti e due i forni presenti nello stabilimento, per una capacità produttiva di un milione di tonnellate annue di acciaio fuso.
Oggi l'annuncio di una nuova possibile svolta.

Anche ThyssenKrupp ha tentato in tutti i modi di mantenersi competitiva ma negli ultimi anni la situazione è stata difficilissima. Sin dal cambio di strategia di un anno fa, che ha visto Thyssenkrupp abbandonare i piani di joint venture con India Tata Steel a favore di una vendita della sua divisione più redditizia, quella degli ascensori, il gruppo ha continuato a sostenere i pregi di un potenziale consolidamento del siderurgico.

Alcune fonti hanno riferito a Reuters che i contatti tra Thyssenkrupp e Tata Steel non si sono mai interrotti e che entrambi i gruppi sono ancora in trattativa per il consolidamento.

Sul quotidiano economico Handelsblatt, sempre secondo la Reuters, si legge che Thyssenkrupp è anche in trattativa con la svedese SSAB e il cinese Baoshan Iron & Steel (Baosteel), e che entrambi sono interessati alla maggior parte dell’unità siderurgica della società tedesca.

Non è stato possibile avere un commento da Thyssenkrupp e Baosteel né da SSAB, il cui titolo avanza del 6,23%. No comment da Tata Steel Europe.

Secondo la Reuters Il consiglio di sorveglianza di Thyssenkrupp, in un vertice in agenda oggi, dovrebbe anche discutere la vendita di Plant Technology, la divisione dedicata alla costruzione di impianti chimici, fertilizzanti e altri impianti industriali.

Le offerte indicative sono state presentate il mese scorso ma erano basate su un business model antecedente alla diffusione della pandemia da coronavirus che ha effettivamente messo in pausa il processo, secondo quanto riferito da una seconda fonte.

“Questo andrà avanti solo se l’impatto del coronavirus sarà chiaro e gli offerenti saranno in grado di ricalcolare i loro prezzi richiesti”, ha detto la fonte, aggiungendo che sarebbero coinvolte anche la danese FLSmidth, l’italiana Maire Tecnimont e la statunitense Fluor

 

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