Nubi nere sull'Ast, la direzione
prolunga la fermata della fabbrica

L'ad Massimiliano Burelli
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Lunedì 11 Maggio 2020, 22:29
TERNI Si allunga la fermata temporanea  delle attività dell'Ast di Terni, già prevista a fine mese: lo
comunica l'azienda, parlando di «uno scarico produttivo significativo» per la seconda parte di maggio a causa della  riprogrammazione degli ordini.  La fermata riguarderà l'Acciaieria e altre aree e linee
produttive, per il periodo dal 25 maggio al 2 giugno. Fanno  eccezione la laminazione a caldo, che ferma dal 27 maggio al 2 giugno, quella a freddo, il centro di finitura e il tubificio,  nei quali alcuni impianti resteranno in marcia fino al 29  maggio, fermando solo dal 30 maggio al 2 giugno, e la divisione
fucine, che marcerà fino ad esaurimento dei lingotti. Per quanto riguarda gli impiegati, le attività lavorative
saranno sospese dal 25 maggio al 2 giugno.  In una nota l'azienda spiega che anche per la filiera
dell'acciaio inossidabile «la fase di ripartenza delle attività  produttive di molte aziende, dopo l'interruzione per l'emergenza  Covid-19, è iniziata da poco». «In questo contesto - prosegue Ast -, molte filiere stanno riprendendo i lavori in modo non  ancora continuo e regolare, per la necessità di adeguare i  propri livelli produttivi alla domanda e alle nuove modalità di  organizzazione del lavoro».  La sospensione delle attività lavorative saranno gestite con  il ricorso all'ammortizzatore sociale previsto dalle  disposizioni governative e con gli altri istituti contrattuali  sulla base degli accordi che verranno definiti con le  organizzazioni sindacali ed i rappresentanti dei lavoratori.  «Ast - conclude la nota - in questo periodo di shock per le  economie nazionali ed internazionali e di complicata ripartenza,  è costantemente e quotidianamente impegnata nel monitorare  l'evoluzione dei mercati e nel dialogare con clienti e    fornitori, al fine di dare il proprio massimo contributo», per  far sì che «si possa tornare il prima possibile ad una situazione di normalità e stabilità delle attività produttive».
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