AMELIA Accusa il compagno di sequestro di persona e violenza sessuale. Ma le indagini dimostrano che è un'invenzione. Scatta la denuncia per simulazione di reato, calunnia e procurato allarme. Queste le accuse pendenti su una quarantasettenne di origini pugliesi con precedenti penali e problemi di dipendenze da alcolici, che nelle ultime settimane più volte ha richiesto l'intervento dei carabinieri. Fra le motivazioni, le violenze che avrebbe subito dal compagno, un trentottenne amerino, con cui convive dall'inizio dell'anno.
Una vicenda cominciata intorno alla metà di luglio quando la donna ha chiamato il 112 due volte nel giro di pochi giorni, affermando di essere stata vittima di sequestro di persona e violenza sessuale ad opera del compagno.
A seguito delle accuse mosse dalla donna, i militari l'avevano invitata a recarsi in ospedale per le cure e gli accertamenti del caso.
Nei giorni successivi però, la donna si era presentata a un commissariato di polizia della capitale dove aveva formalizzato la querela a carico dell’uomo con identiche accuse.
Non solo. In questa occasione, aveva anche accettato di sottoporsi alla visita medica che si è svolta all'ospedale San Giovanni.
Durante le indagini dei carabinieri però, sono emerse diverse incongruenze.
Per far luce sul caso, i militari hanno sentito diversi testimoni in qualità di "persone informate sui fatti", analizzato i cellulari della presunta vittima e dell'accusato ed esaminato la cartella clinica rilasciata dal presidio sanitario romano.
Tutti questi elementi hanno evidenziato la totale assenza di riscontri nel racconto della donna per la quale è scattata la denuncia per i reati.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout