Verona, Cerci e Cassano: operazione tra genio e follia

Verona, Cerci e Cassano: operazione tra genio e follia
di Matteo Sorio
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Martedì 11 Luglio 2017, 12:23 - Ultimo aggiornamento: 15:04
VERONA Fosse un film: «Provaci ancora, Sam». Sam è lui, Fantantonio, quello che «stavolta è l'ultima chance», sì, e poi la volta dopo, e quella dopo ancora, insomma è da un bel po' ch'è l'ultima chance. Sam è anche l'altro, Alessio Cerci, dalla Spagna per riaccendersi. Qui Verona, sponda Hellas: il gioco è scongelare vecchie fantasie e provare a rianimarle col caldo (bollente) del popolo del Bentegodi. Boom boom: il Verona neopromosso vuol mettersi l'abito freak, Cassano e Cerci, vediamo l'effetto che fa. Fratelli d'estro, piedi d'origine controllata, se la domanda è cos'hanno in comune la risposta suona più o meno così: quasi tutto, nel senso che con la palla parlavano la lingua della felicità, poi si sono persi, in giro per l'Italia e l'Europa, e adesso c'è un Virgilio in versione emiliana patron Maurizio Setti che li trascina fuori dal girone degli svincolati. E tutti lì a domandarsi se il passato quello bello (e di bellezza, Cassano e Cerci ne hanno dispensata) può essere la rotaia su cui far viaggiare anche il treno del presente.
FANTANTONIO
La scena è di ieri pomeriggio: Antonio Cassano, 35 anni, 400 partite, 112 gol e 76 assist in serie A, che cerca un nuovo (l'ennesimo) posto nel mondo e in quel posto, Verona, trova subito le telecamere ad aspettarlo. «Sono entusiasta». Dov'eravamo rimasti? Alla Samp, a quest'inverno, a lui che rescindeva dopo l'aceto col presidente Ferrero (anni prima, a Genova, per le forche delle cassanate ci passò il povero Garrone). Ma soprattutto, a lui e alle eterne seconde occasioni dell'eterno Peter Pan. Al Cassano che fa l'inchino a Milan, Inter, Parma (prima, Roma e Real) e però, barca perennemente in balia delle proprie maree umorali, non trova mai il porto stabile. Guarda caso, nella miglior versione dell'Antonio quella che culla i sogni di Verona c'è dentro il Giampaolo Pazzini, oggi capitano Hellas, con cui si riforma la coppia che fece scoppiare la Genova blucerchiata: torneo 2009/10, Cassano 9 gol e 9 assist, Pazzini 19 graffi e tante grazie al piccoletto di Bari Vecchia. Succedeva otto anni fa. Prima che Cassano peregrinasse di qua e di là. Prima che si radicasse la leggenda secondo cui l'unico allenatore sintonizzato sulla frequenza di Fantantonio sia stato Eugenio Fascetti: avanti il prossimo e il prossimo si chiama Fabio Pecchia allievo di Rafa Benitez.
IL MANCINO DI ROMA
E poi c'è Cerci, 29 anni, romano di Velletri, un mancino tanto pepe fa. Lui che, come Cassano, firma con l'Hellas un contratto annuale e un patto: torno quello di una volta. Quello, magari, che si piazzava lungo i fianchi del Torino e da lì menava fendenti: serie A 2012/13, otto gol e 12 assist; serie A 2013/14, tredici gol e 11 assist. E dopo? E dopo niente: nebbia all'Atletico Madrid, rari sprazzi nei revival italiani con Milan e Genoa, nuovamente la naftalina all'Atletico e a fine stagione l'arrivederci alla Spagna. Succede: ti si bagna l'accendino, addio fiamma. Ecco, allora, la città dell'Arena e della lirica. Quella Verona dove l'ultimo, grande tenore tornato a brillare è stato un certo Luca Toni: domani, con Cassano e Cerci, è un'altra fantasia.