La vergogna dei palazzi e le magie del campo: un anno nel segno del pallone

Il Barcellona di Luis Enrique mostra al pubblico del Camp Nou i cinque trofei conquistati nel 2015
di Benedetto Saccà
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Giovedì 31 Dicembre 2015, 17:15 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 17:51
Tramonta il 2015 e, dietro di sé, lascia una scia di ricordi, e di immagini di calcio, e di vittorie, e sconfitte, e meraviglie. Ridurre un anno a una frase unica non è un gesto semplice: eppure compilare bilanci, specie sportivi, guardando magari il disegno dall’alto, può aiutare a comprendere ciò che è andato, e a immaginare quanto potrà arrivare. Tirando su la rete della cronaca, non ancora divenuta storia, scegliamo alcune immagini, pronte a dettarci la curva dell’anno. Certo, va detto che non facilita il fatto che anni solari e stagioni sportive siano da sempre disallineati e sovrapposti. Ma, in fondo, pescando da un lato e dall’altro, la figura pian piano si delinea.

È stato senz’altro l’anno degli scandali legati al pallone. Giornata nera, il 27 maggio. Di concerto con l’Fbi, a Zurigo la polizia svizzera arresta sette alti dirigenti della Fifa e scaraventa l’impero di Joseph Blatter sull’orlo del tracollo. Trascorrono i mesi, e ogni passaggio delle inchieste è una coltellata che coglie gli appassionati alle spalle. Tangenti, arresti, corruzione dilagante, Mondiali comprati. Per tutti, Blatter e Michel Platini rotolano nella polvere. Entrambi squalificati, entrambi allontanati dalle rispettive poltrone, entrambi coperti da una tela nera, nel breve camminare di sei mesi.

Bisogna annotare, però, che il 2015 non è stato solo la sentina dell’illegalità. È stato anche, e soprattutto, la finestra in cui è passata la cometa blaugrana del Barcellona di Luis Enrique e di Leo Messi. Hanno vinto tutto, i catalani: la Liga, la Champions League, la Copa del Rey, la Supercoppa europea e il Mondiale per club. Hanno mancato solo la Supercoppa di Spagna: forse per noia, chissà se per pudore. Reduci da stagioni poco brillanti, hanno finalmente spiccato di nuovo il volo, trasformandosi e, nel contempo, tornando se stessi. Perché il Barça di Guardiola, comunque, era e rimarrà un’altra Storia. 

Quanto all’Italia, a recitare da protagonista è stata la Juventus di Massimiliano Allegri. Contro ogni pronostico, ha dominato il campionato, si è guadagnata la coppa Italia e ha raggiunto la finale di Champions, 6 giugno, Olympiastadion di Berlino. Un sogno sfumato, contro il Barcellona, giusto a 22 minuti dalla fine.

Venendo alle grandi competizioni dedicate alle nazionali, è logico citare il Cile guidato dal ct argentino Jorge Sampaoli, vincitore della Copa America, il 4 luglio a Santiago, ai rigori contro l’Argentina; come pure la Costa d’Avorio, che l’8 febbraio a Bata, in Guinea Equatoriale, ha sollevato la Coppa d’Africa per la seconda volta nella storia. Il tecnico, il francese Hervé Renard, poi, mostrando un certo stile ha salutato l’Africa ed è volato al Lille. Indelebile rimarrà anche la terza finale, ed è stata quella che il 30 giugno, a Praga, ha opposto la Svezia al Portogallo, e ha consegnato ai gialloblù di Hakan Ericson il titolo di campioni d’Europa Under 21. E non si può dimenticare il capolavoro compiuto dal nostro Gianni De Biasi, che l’11 ottobre ha accompagnato per la prima volta l’Albania alla qualificazione europea.

Infine è doveroso concludere nominando i fuoriclasse che più degli altri hanno regalato gioielli, incanti, prodigi e splendori a chi il calcio lo ama. Dunque: Cristiano Ronaldo e Leo Messi. L’uno ha conquistato il Pallone d’oro, l’altro probabilmente glielo sfilerà tra una decina di giorni. Insieme hanno firmato oltre 100 gol, cifre da paese delle meraviglie. C’è da starne certi che, pure nel 2016, continueranno a rendere omaggio al pallone, e viva la passione dei tifosi. Per far trascorrere loro un buon anno...
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