Roma, gli ultras protestano: «Dove sono le torrette per i lanciacori? Vogliono uccidere la Curva»

Roma, gli ultras protestano: «Dove sono le torrette per i lanciacori? Vogliono uccidere la Curva»
di Gianluca Lengua
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Sabato 10 Marzo 2018, 14:04
Qualche settimana fa si era diffusa l’indiscrezione (confermata da club e istituzioni) secondo la quale in Curva Sud e Nord sarebbero state installate delle pedane per consentire ai “capiultras di lanciare i cori durante le partite. Un’idea che avrebbe posto fine alle centinaia di multe che negli ultimi tempi sono state indirizzate ai tifosi, perché arrampicati sulle balaustre dello stadio, violando il regolamento d’uso dell’Olimpico. 

Gli ultras hanno accolto con entusiasmo la soluzione proposta dal club, ma ad oggi ancora nulla è stato fatto. Dopo il successo di ieri della Roma contro il Torino, il gruppo Roma ha diffuso un comunicato in cui si sottolinea l’immobilismo delle istituzioni: «Ci troviamo costretti a scrivere queste righe per far conoscere a tutti la situazione che continua a protrarsi da troppo tempo in Curva Sud e quello che si cela dietro ogni partita giocata all’Olimpico. Anche ieri sera ci siamo messi ai nostri posti e ci siamo impegnati come sempre nell’incitare la nostra Roma, consapevoli che arriveranno sistematicamente altre multe ed altre difficile per i lanciacori, visto che i famosi “palchetti” o “torrette” (tanto annunciati con articoli sui giornali nei giorni scorsi) non c’erano e forse non ci saranno mai! Nel frattempo siamo arrivati a circa 6.000 euro di multe pagate e documentabili».

Chi vuole uccidere l’anima della Curva Sud? Si chiedono i tifosi protagonisti di tante battaglie, a partire dalla sciopero contro le barriere installate nel settore per quasi un anno e mezzo e che ha tenuto fuori lo stadio gli ultras per altrettanto tempo: «È una situazione paradossale, dove da una parte si chiama all’appello i propri tifosi per una partita delicata come quella contro lo Shakhtar e dall’altra non si vogliono mettere in condizione gli stessi di poter organizzare il tifo per essere di supporto alla squadra. Situazione ancora più paradossale se rapportata a moltissimi stadi europei, dove da molto tempo le nostre istituzioni, i media e tutti gli addetti ai lavori del mondo del calcio guardano come modelli da seguire, ma che poi “stranamente” vanno in direzione opposta alla nostra. Come per esempio le “Standing Area”, che all’estero si fanno sempre più strada al fine di valorizzare maggiormente i settori popolari, da sempre il cuore pulsante del tifo calcistico. Crediamo fermamente in quello che facciamo, rientra nel nostro ordine naturale delle cose; entrare e metterci nei nostri soliti posti, tifare Roma come si fa da 40 anni a prescindere dal risultato, dalle condizioni climatiche ed ora dalle multe. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo! Vogliono smembrare la Curva, indebolirla, toglierle la voce, ma noi non assisteremo inermi a questa mattanza, anzi canteremo ancora più forte».
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