La stagione sta per aprire le porte, arrivano il campionato e la Champions League. La Roma è in costruzione, va ultimata. Il tre a tre contro il Fenerbahce fa gridare allo spettacolo, la gente si è divertita soprattutto perché ha ritrovato la squadra all'Olimpico dopo due mesi e mezzo di astinenza. Ma qualcosa non va, e in questa fase di preparazione è anche comprensibile, e per forza deve essere registrato. Al di là delle questioni di mercato (Benatia sì, Benatia no, Destro parte, anzi va via Ljajic), ciò che sembra diverso, finora, rispetto allo scorso anno è la tenuta difensiva, punto di forza della prima Roma di Garcia. Benatia non c'è comunque (è infortunato) e Castan si è fatto male di nuovo (e chissà per quanto ne avrà); Romagnoli e Astori, quelli visti col Fenerbahce non sono una coppia, non hanno mai giocato insieme e nessuno dei due è ancora leader e trascinatore dell'altro: si sbaglia, non si trovano le posizioni e in più davanti a loro c'è troppo palleggio (che funziona bene) e poca sostanza. Manca Strootman, e Nainggolan è l'unico recuperatore di palloni, dal momento che De Rossi rientra da un infortunio e non è ancora quel solito schermo difensivo; Keita e Pjanic hanno il piede raffinato ma rincorrono poco. In tutto questo, la condizione fisica non è ottimale, ma c'è tempo per recuperarla. Anche i terzini (a parte Torosidis) sono più bravi ad attaccare che non a difendere, addirittura Emanuelson più di Cole, quest'ultimo non bene nemmeno nelle coperture.
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Le note liete: Totti sembra già in condizione, Iturbe e Gervinho si confermano due armi letali e in più Garcia ha ritrovato Destro, che quest'estate non aveva mai segnato e con il Fenerbahce gli sono bastati pochi minuti per scrivere il suo nome nel tabellino e diventare l'eroe della serata: prima sfruttando una giocata di Iturbe (diagonale di destro), poi (di testa) un calcio d'angolo di Florenzi, sfruttando la dormita del portiere turco Volkan.